A MENTE FREDDA
Sono passate ormai più di 48 ore dalla conferenza stampa-fiume di Andrea Della Valle. E in questi due giorni abbiamo cercato di analizzare, uno ad uno, i punti salienti toccati dal numero uno gigliato. Siamo sicuri che le dichiarazioni di quello che ormai dobbiamo abituarci a chiamare "patron" saranno rievocate spesso nelle settimane, se non addirittura nei mesi, a venire. Ma ci sono alcuni aspetti che all'apparenza possono sembrare semplici dettagli e che invece, col passare del tempo, potrebbero diventare dei nodi importantissimi.
Iniziamo da quello che può essere definito come un vero e proprio annuncio ufficiale, ovvero la rinuncia definitiva di Andrea Della Valle alla carica di presidente, a favore di Mario Cognigni, per divenire il “patron” della squadra. Abbiamo immediatamente evidenziato come ciò significhi l’addio –comprensibile ma per tutti noi doloroso- alla presenza di Diego Della Valle. Ma, posto che quella di “patron” non è una carica dai connotati ben precisi, continueremo a vedere l’Andrea Della Valle degli ultimi mesi, ovvero un personaggio che non ha mai fatto mancare il proprio appoggio alla squadra, o dovremo abituarci a vederlo allontanarsi pian piano da Firenze come ha fatto –e, a scanso di equivoci lo ripetiamo, per motivi ampiamente giustificabili- il suo predecessore, ovvero suo fratello Diego? E il dottor Cognigni avrà gli stessi poteri che aveva a suo tempo Andrea Della Valle? Forse qualche risposta la avremo già nelle prossime settimane, quando il calciomercato entrerà anche ufficialmente nel vivo.
Lo stesso Della Valle ha fatto capire di contare tantissimo sull’appoggio dei tifosi, tanto da parlare di “patto”. Abbiamo già analizzato quali siano le novità e le incognite di questo importante messaggio mandato alla città. Il patron viola ha dimostrato anche di essere assai sensibile al problema del “disamore” che si è notato in generale tra il popolo gigliato. Ci chiediamo tuttavia: a quale parte del tifo si rivolgeva Della Valle? A quello “storico” e anche “maggioritario” o a tutti i sostenitori della Fiorentina indistintamente? Perché certi cambiamenti e certe piccole o grandi spaccature che si sono registrate nel corso dell’ultima stagione non possono essere ignorate. Come non possono essere ignorate certe realtà “minoritarie” ma decisamente più attive. Si cercherà un dialogo anche con loro? Si cercherà di affrontare i temi che questa parte della tifoseria mette in evidenza ma che riguardano non solo essa?
E’ piaciuto a tutti il discorso sull’attaccamento alla maglia, argomento anch’esso da noi approfondito. Si tratta di una presa di posizione giusta e condivisibile, la quale, tuttavia, comporta anche dei rischi. Andrea Della Valle non è un uomo di mercato. E per questo –con grande onestà intellettuale e buonsenso- ha rimandato gran parte dei discorsi sulla campagna trasferimenti a Pantaleo Corvino. Ma sottolineare che chi non è attaccato alla maglia è libero di trovarsi una nuova sistemazione significa creare un “partito degli scontenti” su cui potrebbe cercare di speculare chi gestisce il mercato per conto delle altre società. Ma, ripetiamo, essendo Della Valle tutt'altro che uno sprovveduto, vogliamo pensare che si tratti di un rischio calcolato.
Concludiamo evidenziando un argomento che non è stato affrontato da Della Valle, ovvero quello relativo alla guida tecnica della squadra. E’ normale, in un certo senso, che non si sia parlato di Sinisa Mihajlovic, visto che la fiducia al tecnico serbo è stata più volte ribadita. Ma è stata anche ribadita da gran parte della tifoseria la scarsa fiducia nei confronti del 42enne di Vukovar. Cosa avrebbe potuto dire Della Valle? A noi sarebbe piaciuta una frase del tipo “finalmente metteremo Mihajlovic nelle condizioni di dimostrare il proprio valore, fornendogli giocatori adatti al proprio credo tattico, e, solo a quel punto, potrà essere giudicato serenamente”; si è preferito il silenzio. Che è sempre meglio dello sminuire certe contestazioni da parte dei tifosi. Anche in questo caso Andrea Della Valle ha dimostrato perlomeno grande buonsenso.