TUTTI PER BORGONOVO, Cronaca di una notte magica
Una notte per Stefano, una notte per ricordare. O forse, per non dimenticare. Ma sì, ammettiamolo, ieri sera ci siamo emozionati. Noi che c´eravamo quando Baggio e Borgonovo facevano gol, noi che quella Fiorentina l´abbiamo cresciuta e coccolata, noi che quella squadra non l´abbiamo mai dimenticata. Bello rivedere Baggio con la maglia viola numero dieci. E non importa se non ha giocato, lui è la nostra figurina più preziosa. Il talento, il genio, il ragazzo che ha fatto innamorare una città, che ha stregato il mondo. Quel ragazzo è invecchiato, ha i capelli grigi e le ginocchia che non reggono più, ma ieri c´era. E all´improvviso è come se il tempo si fosse fermato. Un salto all´indietro, un flashback della memoria. Baggio a Firenze, chi l´avrebbe mai detto. Baggio e Borgonovo. Eccola lì la B2. Ventinove gol in due e una Uefa strappata alla Roma nello spareggio di fine campionato. Il giorno dopo Baggio si sposò. Sono passati diciannove anni. Ieri sera erano di nuovo insieme. Uno cammina e spinge la carrozzina, l´altro sta disteso con un tubo in gola. Ma Firenze non ha dimenticato. Lo striscione in curva Fiesole è una preghiera di stoffa. «B&B. fantasia al potere. calcio da sogno. forza Stefano grande ragazzo semplice e buono».
Tutti per Borgonovo. Ventisettemila persone sulle tribune e tanti amici in campo. Squadre miste fin dall´inizio. Pazzini gioca accanto a Pruzzo, Iachini è in mezzo al campo con Donadel, Massaro sta con Ronaldinho, la difesa del Milan è quella di Sacchi: Tassotti, Costacurta, Baresi e Maldini. Beh, gli ex fanno sempre la loro figura. Il calcio non si dimentica, ti entra nel Dna.
«Picchia per noi Beppe Iachini». «C´è chi lo chiama Mario e chi lo chiama Faccenda, noi lo chiamiam leggenda».
Stop, il tempo si ferma ancora. Stefano è commosso. Baggio lo porta sotto la Fiesole e il coro diventa un urlo: «Borgogol, Borgogol». E´ bello vederli così. E´ triste vederlo così. Con la maglia numero nove appoggiata sulle gambe, con le immagini dei suoi gol che scorrono sul maxischermo. Con quella vita appesa al suono metallico del computer che traduce in parole il suo battito di occhi. «Stefano è stato coraggioso perché non ha nascosto il suo problema - ha detto Baggio - Credo che per lui sia una giornata particolare». Già, anche per noi. «Io e Stefano siamo stati una delle coppie più belle del calcio italiano - ha detto ancora Robertino - Insieme abbiamo fatto grandi cose, poi purtroppo ci siamo divisi». La vita li ha portati altrove. Baggio finì alla Juve e la sua prima volta al Franchi si rifiutò di battere un rigore. Poi prima di uscire raccolse una sciarpa viola e se la mise al collo. Frammenti ricomposti in questa notte speciale. «Quel giorno me lo ricordo, aprile 1991, sono passati diciotto anni». Replay. Nell´intervallo fra primo e secondo tempo Baggio batte il rigore che non abbiamo mai visto. In porta c´è Mareggini, come allora. Fischio. Gol. Meno male che l´altra volta tirò De Agostini.
Arriva anche Antognoni. L´altro dieci. «L´unico dieci» come cantano gli ultrà. Un altro pezzo della nostra storia di ragazzi invecchiati. Sul maxischermo scorrono le frasi che Borgonovo detta al computer. «Grazie Firenze». La partita è solo un gioco. Un tifoso ha riportato a Borgonovo il pallone con cui fece gol alla Juventus al 90´. Era il 15 gennaio 1989. Anche quello sarà messo all´asta su E-Bay insieme alle maglie di ieri sera.