TONI, Cosa si nasconde dietro suo ingaggio da nababbo
Tullio Tinti, già da alcuni anni il numero uno dei procuratori italiani, passerà alla storia come l'eroe del Mugello. Nella località montana dove la Fiorentina si trovava in ritiro l'estate scorsa, il piccolo agente bresciano, pur trovandosi con le spalle al muro (La Fiorentina non ne voleva sapere di cedere Toni all'Inter che gli offriva un ingaggio molto alto) riuscì in soli 50 minuti di un nuvoloso pomeriggio di agosto a mettere in scacco il patron viola Diego Della Valle. Al termine dell'incontro fu proprio il proprietario della Fiorentina a guadagnarsi gli onori dei mass media per aver saputo trattenere Toni in viola "senza condizioni". Tullio Tinti sgattaiolò via apparentemente "cornuto e mazziato" e sbeffeggiato un pò ovunque sui siti dei tifosi viola. In realtà in quei 50 minuti, Tinti riuscì a creare le premesse per il colpo grosso. Si trattava di attendere appena dieci mesi. Della Valle con una generosità sinceramente fuori del comune, aveva promesso di liberare Toni nel giugno di quest'anno per 15 milioni di euro in Italia e appena 11 all'estero. Una differenza sostanziosa rispetto ai 25 milioni offerti dall'Inter in quei giorni.
Forte di questo accordo Tinti si mise dunque a scandagliare il mercato italiano, ma sopratutto quello europeo e quando ha trovato un Bayern ansioso di riscatto e bramoso di metter le mani su Toni ha completato l'opera avviata mesi prima nel Mugello. Al cospetto di Rummenigge e Hoeness, Tinti è riuscito a strappare un ingaggio faraonico per il suo bomber. Quattro stagioni estendibili alla quinta per una cifra netta complessiva di 31 milioni di euro. Poco meno di otto milioni di euro all'anno che saranno ampiamente superati grazie a bonus e premi. Un ingaggio superiore a quello di Ronaldo, Ronaldinho e, sponsor esclusi, perfino di Beckam al Real Madrid.
In queste ore molti tifosi viola si domandano se Diego Della Valle, che per una volta ha rubato la scena delle trattative di mercato a Corvino, non abbia commesso un errore nel concedere una clausula liberatoria tanto bassa a Toni e al suo agente. In realtà il patron viola, noto nel mondo dell'economia e dell'industria, per la indiscussa abilità, ha agito anche in questo caso con acume. Non potendo sforare il tetto degli ingaggi che la Fiorentina si è data due anni fa, ha consentito a Toni di recuperare (con gli interessi) l'ingaggio al quale avrebbe rinunciato restando in viola (tre milioni abbondanti di differenza rispetto a quello nerazzurro). Così Della Valle non ha speso un euro in più e ha gravato sul nuovo acquirente, il Bayern, l'ingaggio della stagione 2006/07 di Toni.
E' evidente che così operando la Fiorentina ha perso svariati milioni di euro dalla cessione di Toni ma è probabile che questa operazione introduca una nuova nuova strategia che consentirà alla società viola di trattenere nel futuro calciatori importanti senza modificare il tetto degli ingaggi. Con Della Valle in pratica finisce l'era delle plusvalenze sulle cessioni. Il valore del cartellino viene ridotto sensibilmente così che anche i calciatori "superstar" potranno essere invogliati a restare per un pò di tempo in maglia viola con la prospettiva di "recuperare" l'ingaggio perso attraverso un super ingaggio con la futura squadra. Naturalmente a proprio rischio e pericolo, visto che nel mercato quello che accade oggi non è detto che possa avvenire anche in futuro. Si tratta di un investimento su stessi che come nel caso di Toni può fruttare guadagni insperati.
In pratica se in un domani Mutu o Pazzini, o altri campioni viola, dovessero chiedere un adeguamento superiore al tetto, potrebbe venire accontentati non con l'aumento dell'ingaggio ma tramite la pattuizione di una clausula di rescissione più bassa del loro valore di mercato e comunque non inferiore alla cifra per la quale erano stati acquistati.
Chissà che in un prossimo futuro questo stratagemma già ribattezzato "clausula Tinti-Della Valle" non venga esteso ad altri club.