SAMPDORIA, Il sogno resta Sheva
L’occasione alla Cassano, quest’anno, è difficile che capiti. La Sampdoria non si fa illusioni, però non smette di sperare. I nomi sono sempre quelli, e il primo della lista è ucraino. "Poi, naturalmente - diceva l’altro giorno Antonio Cassano scherzando a Moena con Baldari, capo dello staff medico blucerchiato - arriverà Shevchenko...". Quel che sta accadendo in questi giorni a Genova ha dell’incredibile. Si fa fatica ad arginare voci che ormai hanno assunto la sacralità del vero, pur senza abbandonare l’aura fantastica di partenza. La verità, invece, è che il presidente Abramovich non vuole lasciar partire Shevchenko e che lo stesso Sheva, chattando con i tifosi del Chelsea, nei giorni scorsi, ha detto di voler restare a Londra.
Ci sono un po’ di cose che gli potrebbero far cambiare idea: la prima è che a Londra non è per nulla sicuro di giocare; la seconda è che con Cassano vicino potrebbe tornare a essere ciò che è sempre stato, un attaccante straordinario; la terza è che ritroverebbe l’Italia, patria da lui amata (meno dalla moglie che ha parte importante nelle decisioni di Andriy). Ci sono un po’ di cose che la Sampdoria può fare per convincerlo: le telefonate di Marotta, che è suo ottimo amico e, soprattutto, tre milioni di euro. Non tanti per Sheva, un’enormità per la Sampdoria. Tre milioni di euro sono i soldi che la società blucerchiata potrebbe mettere sul piatto per pagare l’ingaggio del giocatore. Il quale, però, ne guadagna sei. E allora bisognerebbe trovare il modo per convincere il Chelsea della bontà di un’operazione alla Cassano: Sheva viene qui, si rigenera, il suo prezzo torna a essere quello di un ex Pallone d’oro, ci si guadagna tutti.