MONDONICO, Punto sui viola per la vittoria
Intervista esclusiva della redazione di TuttoNapoli.net all'ex tecnico azzurro, Emiliano Mondonico. Il tecnico di Rivolta D’Adda viene considerato come l’uomo delle imprese impossibili: 5 promozioni, una coppa Italia vinta con il Torino nel 1993 e tanti ottimi piazzamenti. Ha sfiorato in due occasioni l'impresa europea. Nel 1989, sulla panchina dell'Atalanta, il suo sogno di alzare la Coppa delle Coppe si infranse contro i belgi del Malines mentre nel 1992 il suo Torino perse in finale di coppa Uefa contro l'Ajax di Van Gaal. I suoi rimpianti più grandi sono state le due esperienze di Napoli e Firenze. Dopo il tonfo di Zeman non riusci' a salvare il Napoli dal baratro della B, mentre in Toscana non riusci' a ripetere la strepitosa cavalcata promozione culminata nello spareggio vincente col Perugia. Attualmente siede sulla panchina della Cremonese.
La rosa del Napoli è abbastanza lunga, ma disomogenea qualitativamente considerando il contributo di alcuni elementi chiamati in causa. Secondo lei, da tecnico navigato, servono delle alternative vicine ai titolari o bisogna preservare l'armonia del gruppo?
"La forza del Napoli fino a questo momento è stata la coesione del gruppo. Gli ultimi risultati suonano come un campanello d'allarme, l'unica via d'uscita potrebbe essere quella di recuperare l'armonia dello spogliatoio. Non comprerei nessuno, darei fiducia a questi giovani".
Con il 3-5-2 gli esterni hanno un ruolo determinante poichè svolgono la doppia fase, difensiva ed offensiva. Crede che per fare il salto di qualità si debba ricorrere ad un cambio di modulo?
"Ogni gruppo ha un proprio modo di stare in campo. Ogni allenatore dispone i suoi uomini a seconda delle loro caratteristiche cercando di trarre sempre il massimo vantaggio. Il problema nasce quando si passa da una difesa a tre a quella a 5. In questo caso diventa fondamentale l'apporto degli esterni, che devono interpretare la fase di non possesso nel migliore dei modi altrimenti il gruppo ne risente. Sono contrario al cambiamento in corsa del modulo, oramai questa squadra ha una sua identità. Un nuovo sistema di gioco non implica spesso il raggiungimento di risultati positivi".
Dopo un esaltante inizio stagione il Napoli è entrato in piena crisi tecnica e di risultati. Cosa avrà potuto rompere questo equilibrio nell'ambiente azzurro?
"C'è qualcosa che non va. Le voci di mercato sicuramente hanno destabilizzato lo spogliatoio, il continuo tam-tam di voci si ripercuote sul rendimento della squadra. Oltre a questo aspetto bisogna capire anche le altri fonti del periodo nero quali siano. Forse questa squadra non è ancora pronta per sostenere certi ritmi e stare in alta quota, ha paura di volare".
Zalayeta aiuta molto la manovra ma gioca spesso lontano dall'area di rigore. Denis non partecipa al gioco e spesso si isola sotto porta. Chi preferisce come partner di Lavezzi?
"La scelta viene fatta secondo le caratteristiche dell'avversario che si incontra. Reja fino a questo momento è stato molto bravo a gestire questa staffetta".
In difesa Santacroce, nel giro della nazionale, è nel vortice delle critiche pr le ultime prestazioni. Eccessiva foga, anticipi rischiosi in zone del campo lontanissime dalla porta, furore agonistico sconsiderato in momenti di gara di apparente calma. Un giovane va punito con la panchina o gli va data fiducia?
"Bisogna fare alcune valutazioni. Spesso quando si è giovani si sente troppo il peso della responsabilità, che a volte diventa un limite ma con l'esperienza si migliora.. Mentre ben più grave potrebbe essere la mancanza di umiltà".
Cosa può fare un allenatore per plasmare probabilmente il difensore italiano più promettente e con più potenzialità?
"Occorre stargli vicino, conoscerlo, capire quali siano le sue preoccupazioni ma se pecca di presunzione usare anche il bastone, farlo tornare con i piedi per terra. A molti giovani serve un bagno d'umiltà".
Mannini gioca in un ruolo non suo, adattato sulla fascia sinistra. Secondo lei l'esterno sinistro nel 3-5-2 deve essere necessariamente mancino?
"Assolutamente si. Nel 3-5-2 gli esterni arrivano spesso sul fondo e devono velocizzare l'azione nel miglior dei modi, crossare al centro senza fronzoli. Perdere l'attimo giusto significherebbe sciupare tutta la trama di gioco costruita. Gli altri schemi consentono alchimie tattiche, il 3-5-2 non lesina altre varianti".
Mercoledi gli azzurri saranno impegnati contro la Fiorentina che al pari del Napoli non attraversa un ottimo periodo di forma. Dopo le ultime polemiche arbitrali crede che il Napoli diventi la vittima sacrificale di questa contestazione viola?
"Non credo che quest'aria di contestazione finirà per influire sull'arbitraggio. Mi auguro di assistere ad una partita senza episodi dubbi".
Fiorentina-Napoli, che partita sarà?
"La Fiorentina nonostante gli ultimi risultati negativi ha espresso un ottimo calcio, sicuramente ha qualcosa in più del Napoli, che dopo un avvio esaltante ha perso lo smalto vincente. Sul piano psicofisico e per le tante assenze in casa Napoli punto sicuramente sulla vittoria dei viola ma la voglia di riscatto da parte delgli azzurri potrebbe ribaltare il pronostico".
Secondo lei la zona Uefa è la reale dimensione del Napoli?
"Questa squadra ha due facce. Davanti al proprio pubblico si esalta mentre in trasferta pecca manca di personalità, il fattore anagrafico influisce sulle prestazioni. L'inesperienza si manifesta soprattutto in assenza dei propri sostenitori e dell'ostilità del pubblico avversario, non è una cosa positiva. In casa il rendimento è da Champions, i numeri in trasferta sono inesorabili, la via di mezzo è l'Uefa".
A questo punto quale squadra vede favorita per il quarto posto?
"Questo campionato vive di momenti, prima il Napoli, poi la Fiorentina e adesso si ripropone alla grande la Roma, ma attenti al Genoa che potrebbe essere la vera sorpresa".
I suoi ricordi più intensi sulle panchina del Napoli...
"Ricordo con estremo piacere l'esordio di Amauri, l'arrivo di Edmundo e la spinta incredibile del pubblico del San Paolo. Purtroppo quella stagione si concluse nel peggior dei modi, fu un episodio a decidere le sorti del campionato. In molti rimarcano l'errore di Fresi contro il Brescia ma credo che quel Napoli fini' per pagare un pessimo avvio di stagione sotto la guida di Zeman con appena 2 punti conquistati in 6 partite".