Io curvaiolo farei...

Proposte e idee di un tifoso viola - anonimo - che da oltre trentanni frequenta la curva Fiesole
05.02.2007 18:26 di  Redazione FV   vedi letture
"Io ne viste cose che voi umani non potreste immaginare…" potrebbe cominciare così con una libera citazione dal famoso film Blade Runner, il mio racconto di una vita spesa in curva, una vita spesa a seguire la mia squadra del cuore, La Fiorentina, anche se le mie esperienze potrebbero valere tranquillamente anche per tutte le altre curve d'Italia. Questo primo intervento però più che ai ricordi di quanto visto e vissuto in anni di frequentazioni curvaiole, voglio dedicarlo alla stretta attualità, a quanto successo a Catania. Dall'alto (?) della mia trentennale esperienza, posso raccontarvi che finora nessuna misura presa è stata efficace per un semplice motivo, nessun legislatore finora ha chiesto la "consulenza" a chi davvero conosce e capisce il fenomeno del tifo organizzato. Vi sembra una provocazione? Forse, ma non pensiate che lo sia più di tanto. Nel divertente film di Steven Spielberg "Prova a prendermi" il truffatore Frank Abagnale (Leonardo Di Caprio) alla fine del film veniva arrestato e poi addirittura assoldato dall'FBI per combattere, con la sua esperienza acquisita sul campo, gli imbroglioni ancora in circolazione. E quindi perché non provare a fare lo stesso con qualche anima redenta delle curve italiane? Se poi questa soluzione non sembrasse percorribile per motivi etici, la soluzione più semplice è quella di applicare delle leggi esistenti. Non voglio addentrarmi in ambito politico, ma il problema italiano non è la mancanza della legge, ma la sua mancata applicazione. Abbiamo studiato dai tempi della Rivoluzione francese, che la divisone dei poteri garantisce la democrazia e la libertà ad un popolo: purtroppo in Italia abbiamo troppi magistrati e troppi giudici che non si limitano ad applicare le leggi varate dal Parlamento, ma prendono ad annacquarle con sentenze che fanno poi legislazione. Ed ecco quindi per il potere giudiziario prevalere l'indulgenza, il buonismo, la comprensione, il lasciamo perdere, il "volemose bene" che decurta, riduce e regala agli imputati, tra i vari gradi di giudizio, sconti di pena degni di un ipermercato. Se poi anche questa non vi sembra una strada percorribile vi fornisco il rimedio, forse liberticida, forse fascista, probabilmente antidemocratico, ma sicuramente applicabile se esiste la volontà di far tornare gli stadi dei luoghi sicuri dove poter assistere ad una partita tranquillamente. STADI: chiusura di tutti gli impianti italiani finché i comuni o le società non ne costruiscano di nuovi in periferia, lontani da case, con strade ampie di accesso e parcheggi; realizzazione di stadi completamente coperti, con tutti i posti a sedere e con capienza minima da 22mila spettatori per la massima serie. Accessi all'impianto regolamentati ovviamente da tornelli e presenza di metal detectors agli ingressi oltre che di telecamere a circuito chiuso. Il paradosso è che, con gli impianti attualmente in uso, la FIGC ha avuto il coraggio di presentare la candidatura per gli Europei del 2012! Ciò significa che dopo opportuni lifting ed ammodernamenti gli stadi italiani resteranno affogati nelle città, scomodi e difficili da raggiungere almeno fino al 2022 (allora in nostro Franchi avrà quasi cento anni!!!) TIFOSI: certezza della pena e processo per direttissima per chi viene sorpreso a delinquere. Daspo non preventivi, cioè, divieti di accesso alle manifestazioni sportive, inflitti solo dopo una condanna passata in giudicato e non come adesso che prima si diffida e poi (eventualmente) si condanna. La pioggia di Daspo, troppo spesso buttati a valanga anche su chi davvero è estraneo ai fatti, non ha fatto che esacerbare gli animi degli ultras. Sentendosi "tutelati" dal giudice e non vessati dall'agente, sicuramente in molti rinuncerebbero a farsi giustizia col poliziotto di turno, che viene visto come colui che diffida. Daspo quindi come pena accessoria e non come sanzione amministrativa comminata dall'autorità di Polizia. TUTORI DELL'ORDINE: numerazione (come fatto per le pettorine degli steward e dei fotografi in campo) delle divise da ordine pubblico degli agenti per permettere l'identificazione del pubblico ufficiale che si renda colpevole di comportamenti al di fuori della legge (inutile ricordare che spesso ci sono poliziotti-tifosi che non vedono l'ora di menare le mani contro tifosi avversari, facendosi scudo della divisa); inasprimento delle pene per chi usa violenza ad un tutore dell'ordine; possibilità di usare gli idranti in caso di incidenti anziché i nuovi lacrimogeni che creano non pochi problemi respiratori (Fiorentina – Juve del dicembre 2005 docet). Queste idee non rappresentano né un disegno di legge e neppure la panacea dei mali delle curve italiane, ma sicuramente farebbero vivere domeniche più tranquille a tutti i tifosi di calcio che ancora vogliono assistere ad una partita.