DA TONI A OSVALDO E' TUTTO VERO…Viola vittoriosi al "Picchi" dopo 72 anni e 2° in classifica

30.09.2007 07:00 di  Tommaso Loreto   vedi letture
Ci sono voluti 72 anni perché la Fiorentina uscisse vittoriosa dal “Picchi” di Livorno. Un’infinità rispetto a quanto (nemmeno un’ora) ci ha messo Pablo Daniel Osvaldo a lasciare il segno su un esordio che non passerà inosservato. Firenze, città di Guelfi e Ghibellini, aveva inevitabilmente battezzato il suo arrivo con laconici commenti (più o meno gli stessi che furono riservati a Reginaldo) tendenti più che altro all’ironia e alle rime con questo cognome argentino di chiaro stampo italico. Corvino, dal canto suo, era andato su tutte le furie, quando un prestigioso quotidiano sportivo criticò il suo operato sottolineando il passaggio da “Toni a Osvaldo”. Eppure, oggi, non ce ne voglia il quotidiano citato, e tantomeno Corvino, il passo dal bomber di Pavullo, al neo argentino dalla maglia numero nove è così breve da stupire tutti. Tifosi e addetti ai lavori. Due reti che accendono, improvvisamente, i riflettori su questo giovane talento, ennesima scommessa del diesse gigliato, che da oggi è destinato a entrare immediatamente nelle simpatie di tutti i tifosi gigliati. Trascinato dal connazionale Santana, il cui tango è apparso finalmente incontenibile, Osvaldo ha prima aperto le danze (pregevole il piattone volante con il quale beffa Amelia in occasione del primo gol) e poi avviato i festeggiamenti (freddo e preciso nel trafiggere il portiere labronico sul raddoppio). Niente male come biglietto da visita per uno che si è presentato a Firenze prendendosi la maglia numero nove di un idolo argentino come Batistuta. Adesso chissà in quanti si affretteranno a tornare sui propri passi per commentare l’ennesima scoperta corviniana. E chissà in quanti, nelle proprie riservatissime leghe fantacalcistiche, faranno follie per assicurarsi questo talento argentino. La Fiorentina, nel mezzo, se la gode. Si gongola per un avvio di stagione che, innegabilmente, è già splendido. Due vittorie esterne in campi dove storicamente i viola non passavano da tempo, Catania e Livorno. Una prestazione spettacolare contro la Roma e la certezza di poter fare bene anche nel ritorno di Uefa con il Groningen. Del resto la classifica parla chiaro. In attesa che si completi il quadro della sesta di campionato, i gigliati si accomodano al secondo posto scavalcando la Roma di Spalletti e inseguendo da vicino la corrazzata nerazzurra di Mancini. Già rivelazione, già squadra di vertice, già proiettata verso la lotta Champions League questa nuova, entusiasmante, Fiorentina disegnata da Prandelli in campo, e da Corvino in sede di mercato. Come se, davvero, da Toni a Osvaldo (fosse solo per la doppietta) non fosse cambiato niente. E il quarto posto rimanesse il vero obiettivo alla portata di una piazza decisa a prenderselo e a tenerselo stretto senza che, almeno stavolta, nessun imprevisto lo possa portare via.