COLLINA, Minacce di morte e scorta
Fonte: La Nazione
Mentre si discute di fair play e si riesce anche a metterlo in pratica già prima della data fissata dalla Lega (12 e 13 gennaio 2008), arriva una notizia che fa capire quanto il nostro calcio sia ancora malato e i suoi protagonisti addirittura in pericolo di vita. Da tre settimane il designatore arbitrale Pierluigi Collina vive sotto scorta. E non solo il sabato e la domenica, se decide di andare a vedere qualche partita di serie A e B. Ogni giorno della settimana, anche quando è nella sua Viareggio e va all’edicola a comprare i giornali, l’ex arbitro è seguito come un’ombra, discreta ma sempre presente, dal personale delle forze dell’ordine.
LA DECISIONE è stata presa dal Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza di Lucca (Viareggio è in provincia di Lucca), dopo attente e approfondite valutazioni. Tutto nasce da alcune lettere anonime arrivate alla Federazione italiana giuoco calcio, a Roma. In queste sarebbero contenute non solo minacce, ma anche riferimenti molto precisi alla persona di Pierluigi Collina, nominato designatore lo scorso luglio con l’immancabile seguito di polemiche per il suo stipendio (cinquecentomila euro lordi per un anno).
GLI INCONTRI dei massimi esponenti di carabinieri, polizia e guardia di finanza, presieduti dal prefetto Carmelo Aronica, hanno portato alla conclusione che Collina deve essere considerato un possibile obiettivo di qualche malintenzionato. Guai, dunque, a sottovalutare i rischi e i segnali pericolosi, anche se arrivati sotto forma di lettere anonime. Collina è minacciato per il ruolo da lui ricoperto nel mondo del calcio: il designatore è un incarico delicato, sempre al centro delle critiche per gli immancabili errori dei fischietti, anche se a istruirli e a designarli c’è l’arbitro che per sei anni consecutivi è stato valutato il migliore del mondo ed è tuttora un’icona del calcio anche e soprattutto a livello internazionale. Mai prima d’ora, però, si era arrivati alle minacce fisiche o peggio di morte: è un segnale inquietante, una sconfitta per tutto il mondo del calcio.
Il servizio di scorta è stato deciso indipendentemente dalla volontà di Collina, che ha manifestato anche qualche imbarazzo quando si è trattato di andare per stadi. E non perché ci siano state accoglienze ostili o episodi di contestazione nei suoi confronti. Anche ieri, a Firenze, il designatore ha dovuto avvertire per tempo la società che non sarebbe stato solo a vedere la partita dove esordiva in serie A tale Russo. Le esigenze di sicurezza, però, devono venire prima di tutto: Collina sta cercando di fare la sua vita come sempre, ma lo spirito certo non può essere lo stesso.
E pensare che un anno fa, di questi tempi, Collina tornava a tutti gli effetti nel mondo arbitrale, grazie al presidente dell’Aia Cesare Gussoni che lo nominava suo consulente personale dopo le improvvise dimissioni di Tedeschi. Stavolta il Natale di Collina sarà di tutt’altro tenore. Ma lo sarà per tutto il calcio italiano, costretto a fare il bilancio di un anno orribile, iniziato con la morte di un dirigente dilettante (Ermanno Licursi), proseguito con l’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti durante il derby Catania-Palermo e del tifoso della Lazio Gabriele Sandri nell’area di servizio di Badia al Pino, colpito da un proiettile di un poliziotto. E concluso con le minacce di morte a Collina.