COLLINA, Battezza l'arbitro-robot
Il nuovo designatore capo di un gruppo dove il più vecchio è Rosetti (39 anni). Sì all'idea della squalifica a tempo per i simulatori (5')
Lui per definire l’arbitro che verrà parla prosaicamente di ‘uomo coraggioso’. Ma il ritratto che Pierluigi Collina ne ha tratteggiato, chiudendo il raduno Can a Sportilia, appennino forlivese, è quello di un ‘Robocop’ del campo: severo censore delle scorrettezze, impareggiabile conoscitore delle norme, tecnico capace di decifrare il calcio come i migliori allenatori e moralmente ineccepibile, grande esperto delle tecnologie e dei nuovi media, vero atleta. Insomma, un’fischietto-robot’. Il football italico sulle glorie di Germania 2006 cerca di ricostruirsi dalle macerie di Calciopoli.
E sul campo del rispetto delle regole del gioco riparte da quello che fu l’arbitro migliore del mondo. L’uomo è davvero lucido. E chiudendo il «raduno della svolta» (come lo ha definito il presidente dell’Aia e vicepresidente vicario della Figc Cesare Gussoni, alludendo al fatto che per la prima volta si è cominciato a insegnare a chi dovrà dirigerla a preparare la gara, non solo se stesso), Collina ha disegnato un arbitro dalle caratteristiche super: «Non aspettatevi miracoli - dice l’uomo che deve restituire un’immagine a una classe scossa dagli scandali - perchè l’arbitro migliore sarà sempre quello che sbaglierà meno. Ma questo gruppo, il più giovane della storia, deve capire che nulla è casuale. Che gli obiettivi sono possibili se si lavora e studia duramente. In genere le squadre giovani sono simpatiche. Spero riesca anche questa a esserlo».
Il gruppo è davvero baby: il veterano è Roberto Rosetti, 39 anni, l’età media è di 34; diciotto arbitri su quaranta hanno meno di tre stagioni con la Can, ventiquattro hanno diretto più di 20 partite in serie A, diciotto meno di 10, sei addirittura nessuna: una media di 28,92 direzioni nella massima serie contro le 49,05 del 2001-02.
«Un gruppo che farà bene, sono ottimista», ha detto Collina. Su di loro si lavora nell’area atletica, con l’utilizzo delle tecnologie e delle diete mirate per migliorarne le prestazioni, e con il monitoraggio a distanza delle sedute di allenamento da parte di una equipe.
Si fanno test di velocità, si controlla il peso. Se ne verifica la preparazione giuridica, facendo test simultanei e ripetuti su video di falli gravi, occasioni da rete, fuorigioco, falli di mano, uso dei gomiti, simulazioni.
A Gussoni e Collina non dispiace, a livello personale, la proposta del presidente della Fifa Blatter di introdurre l’espulsione a tempo, per 5’, del simulatore, «ma a patto che non sovraccarichi di responsabilità l’arbitro». E con un server via web, si lavora sul perfezionamento tattico: supporti tecnologici offerti per studiare le squadre e le tecniche, decifrare il gioco, evitare in questo modo il fattore-sorpresa. Un arbitro deve vedere in anticipo cosa accadrà, non farsi beffare da un colpo di genio che può spiazzare l’avversario, ma non il fischietto.
Si devono capire le tattiche di ciascuna squadra: per questo attraverso un service, e per un costo limitato al budget a disposizione, chi dirigerà una gara potrà vedere via Internet i filmati delle partite e capire così come posizionarsi nel migliore dei modi, a seconda delle situazioni di gioco. E poi si cercherà di creare team stabili, fino alla terna fissa delle competizioni internazionali: «Per un gioco di squadra con gli assistenti, ma con l’arbitro capitano e quindi coraggioso nel decidere».
Insomma, arbitri-atleti-tecnici-allenatori-cybernauti. Con una morale: «Non ho detto come devono comportarsi - ha spiegato Collina - ma spero che abbiano percepito il mio punto di vista. Non fa bene prendere un caffè prima di una partita, ma se proprio non possono farne a meno è bene che si accontentino di quello, buono, dello spogliatoio, piuttosto che salire in tribuna d’onore per berne uno migliore».
Una professione dura, insomma. Una faticaccia per semiprofessionisti che, in attesa dei nuovi stipendi che saranno annunciati a Coverciano dal 23 al 25 agosto, oggi guadagnano 75.000 euro annui lordi se sono internazionali, 50.000 se hanno alle spalle più di 20 gare in serie A, 45.000 sotto le 20, e un gettone di 3.400 euro a partita in serie A, 1.700 in serie B. Buone paghe: soldi spesi bene se riescono a ridare al calcio l’immagine perduta.