CAPELLO, E' un sogno che si avvera
L’Inghilterra come «un sogno che si avvera»: per la prima volta davanti ai taccuini inglesi Fabio Capello si dice entusiasta della «sfida più difficile» che lo attende e confessa di non aver «mai voluto, nè desiderato, allenare l’Italia». Accompagnato dal direttore generale della Football Association Brian Barwick e dal responsabile dell’area tecnica Sir Trevor Brooking, il tecnico italiano diventato commissario tecnico ha incontrato ieri a Londra la stampa. Mezz’ora di domande e risposte, anticipate da una breve dichiarazione in inglese dello stesso Capello.
«Sono orgoglioso e onorato di essere il nuovo ct dell’Inghilterra, è un sogno che si realizza». L’ex allenatore del Real Madrid ha firmato un contratto di 4 anni e mezzo per uno stipendio stagionale di oltre 4,5 milioni di euro. «Ma i soldi sono un aspetto secondario, seppur importante. Quello che veramente conta sono i risultati», ha tagliato corto il tecnico che dal 7 gennaio 2008 sarà al lavoro per restituire prestigio al calcio inglese.
«In verità ho già cominciato nell’ultimo weekend, guardando le partite della Premiership in tv. Per prima cosa voglio incontrare i giocatori e i manager, parlare con loro per comprendere i problemi, perchè questa secondo me è una grande squadra che deve puntare a grandi obiettivi. Mi sono accorto che non c’è fiducia attorno a questa nazionale, mentre io ne ho molta», le parole di Capello.
In attesa del debutto in panchina, in febbraio nell’amichevole di Wembley contro la Svizzera, il tecnico di Pieris ha preferito non sbilanciarsi nè sui moduli tattici nè sui giocatori che vuole convocare. «Ho intenzione di riguardare tutte le partite delle qualificazioni europee. Lo stile di gioco che adotteremo dipenderà soprattutto dai giocatori. Bisogna essere flessibili e saper cambiare. Ho comunque la fortuna di poter lavorare per i prossimi mesi senza l’assillo dei risultati. Ne approfitterò per capire, sperimentare ma soprattutto costruire un gruppo unito, con il giusto spirito, la corretta filosofia».
Flessibilità tattica e porte aperte per tutti, anche a David Beckham (fermo a 99 presenze), che sogna di raggiungere, e superare, le cento partite con la maglia dei Tre Leoni. «Con Beckham ho avuto un rapporto contrastato a Madrid. Ma alla fine ha dimostrato di essere un grande giocatore e un grande uomo. E’ ancora presto per dire se ci sarà nella mia nazionale, sicuramente lo terrò in considerazione perchè è un giocatore importante».
Capello è il 15/o tecnico nella storia della nazionale inglese, il secondo straniero dopo Sven Goran Eriksson. Una nomina che ha scontentato più di uno sciovinista del pallone. «Ho chiesto io alla Fa che il mio staff venisse integrato con gente inglese. Mi piace lavorare con i miei collaboratori perchè c’è una perfetta intesa, ma credo che sia importante che ci aiutino professionisti inglesi che conoscano le peculiarità di questo calcio». Anche per superare le iniziali difficoltà linguistiche. «Ma prometto che in un mese parlerò in inglese. Mi applicherò ogni giorno per essere pronto a comunicare con i giocatori fin dal primo giorno del ritiro di febbraio».
Determinato, sicuro di sè, ambizioso, Capello non vede l’ora di cominciare, con in mente il primo obiettivo. «Non sarebbe male incontrare l’Italia nella finale mondiale in Sudafrica. La panchina azzurra? Chi mi conosce lo sa, non ho mai voluto, nè desiderato, allenare l’Italia».