VISTA IN TRASFERTA, Una sconfitta davvero amara

"Vista in trasferta", ovvero tutto il racconto delle gare della Fiorentina in trasferta.
A cura di Patrizia Iannicelli
07.01.2015 14:00 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
VISTA IN TRASFERTA, Una sconfitta davvero amara

Nell'ultima parte dell'anno appena concluso la squadra viola, soprattutto con una serie di vittorie lontane dal Franchi, ha ripreso la corsa per riportarsi ai vertici della classifica e lottare per un posto in Champions. Dopo la sosta natalizia, la prima gara dell'anno si gioca in trasferta a Parma, nella giornata festiva dell'Epifania, ulteriore motivo per i tifosi a seguire la squadra. Alla vigilia della gara, la notizia che il portiere Neto non rinnova il contratto con la Fiorentina porta lo scompiglio nell'ambiente e crea come sempre divisioni e polemiche, ma unanimi nell'affermare che la tempistica e la gestione mediatica della vicenda sono sbagliate. I tifosi cercano di non farsi coinvolgere in questo vortice di tutti contro tutti, evitano di cadere nel tranello di trovare colpe e colpevoli, per quanto possibile, ma la situazione non è certo facile da gestire. Finalmente la partita al Tardini di Parma, anche per la facilità logistica e l'orario pomeridiano delle 15.00, che porta ad un mini esodo viola, con i duemila supporter nel settore ospiti. La giornata è fredda ma limpida, la maggior parte decide di utilizzare mezzi propri, pochi pullman organizzati. Dalle 13.30 senza problemi di sorta, i tifosi viola iniziano a posizionarsi nel settore loro preposto, e all'ingresso in campo dei portieri per il riscaldamento, come si poteva immaginare, applausi per Tatarusanu, ma cori, slogan e contestazioni spontanee per Neto. L'aria è pesante, quando gli undici titolari fanno il loro ingresso in campo, tra il sostegno per la squadra, e la rabbia verso ormai l'ex gigliato. Finalmente al fischio d'inizio la concentrazione è per la gara, la formazione viola è quasi scontata, il modulo è il 3-5-2: tra i pali ormai titolare Tatarusanu, Savic, Gonzalo Rodriguez, Basanta, Joaquin, Kurtic, Pizarro (cap.), Mati Fernandez, Alonso, Cuadrado Gomez. Nei primi minuti la Fiorentina attacca sotto il settore ospiti, ma il portiere avversario Mirante non viene mai impegnato seriamente. Alla squadra viola resta il possesso palla, di certo superiore agli avversari. La conduzione dell'arbitro di turno Damato non sembra obiettiva nei falli e sanzioni. Ma siamo solo all'undicesimo quando dalla parte opposta al settore ospiti sugli sviluppi di un corner, Costa di testa manda il pallone in rete per il vantaggio dei ducali. Il freddo già intenso blocca quei duemila tifosi, che non riescono a credere ai propri occhi.

Qualche minuto dopo in un paio d'occasioni i viola si potrebbero portare in parità, ma ancora una volta Gomez non riesce a sfruttare le occasioni arrivate dai cross di Mati Fernadez e Pizarro. I gigliati ci provano in tutti i modi anche se si notano le solite difficoltà di arrivare a finalizzare in porta.  Al trentaquattresimo poi la beffa finale con la disperazione dei duemila presenti. De Ceglie atterra Cuadrado nell'aria piccola e l'arbitro concede un rigore. Sul dischetto si presenta Gomez, che si fa parare il tiro da Mirante. Frastornati e increduli anche coloro al fianco del tedesco non riescono più a trovare giustificazioni e alibi. Nel secondo tempo l'atteggiamento è di una squadra rinunciataria, il possesso palla sterile e inutile, pochi tiri in porta. Una Fiorentina confusa e distratta, sottotono e in difficoltà con una squadra ultima in classifica che non vinceva da sette turni. Le sostituzioni di Aquilani per Kurtic, El Hamdaoui per Alonso e Pasqual per Joaquin non portano benefici in campo. Alla fine prevale il nervosismo che porta in nove la squadra viola. Prima per l'espulsione per doppia ammonizione di Gonzalo (la prima ci sembrava inesistente), poi quella di Savic per fallo di reazione. Il forcing finale è inutile. Alla fine della gara i giocatori sotto la curva dei tifosi, con Gomez che chiede scusa per aver sbagliato il rigore che non attutisce la rabbia, la disperazione e la preoccupazione per il clima teso che si è creato intorno alla squadra e ai suoi componenti. Una sconfitta amara, in una giornata da incubo, che deve essere ben presto archiviata ma analizzata e valutata per evitare di compromettere una stagione che si può ancora recuperare.