EVOLUZIONE
L’8 giugno scorso, con l’esonero di Montella, finiva ufficialmente un ciclo. Che questo fosse già terminato a prescindere dalle prese di posizione della società, è un’ipotesi. Comunque sia, a prescindere dalle congetture, i fatti consegnati alla storia hanno mostrato una Fiorentina desiderosa di voltare pagina e cominciare un nuovo cammino. Poco meno di due settimane dopo sbarcava a Firenze Paulo Sousa, in veste di nuovo allenatore della Fiorentina.
Grande centrocampista, con un palmares di tutto rispetto, ma anche con quel passato bianconero che faceva storcere il naso a non pochi tifosi viola. Proprio da questo punto è partita la nuova gestione di Sousa: dalla comunicazione. Il tecnico lusitano si è subito proposto (e non imposto) all’ambiente gigliato come un grande comunicatore, capace di attirare l’attenzione dei tifosi e di attrarre su di sé la benevolenza dei più scettici. Il trend è stato pienamente confermato poi anche durante il ritiro, con una squadra sempre a stretto contatto con i propri supporter.
Tanto disponibile e aperto verso l’esterno, altrettanto deciso e grintoso nei confronti dello spogliatoio. Una delle caratteristiche di questa nuova Fiorentina, emersa chiaramente dalle partite giocate fino ad adesso, è proprio la determinazione che Sousa chiede ai proprio giocatori. Senza però che questo vada a discapito della qualità del gioco; tutt’altro: la volontà, testimoniata anche dall’innesto di un giocatore come Mario Suarez, è proprio quella di ottenere brillantezza e velocità di esecuzione della manovra, senza peccare di superbia.
Quella che emerge dal complessivo lavoro di Paulo Sousa non è quindi la scelta di operare una rivoluzione totale, quanto piuttosto quella di voler lavorare per migliorare gli aspetti più deficitari e diventare così maggiormente competivi. In una parola: evoluzione.