DI STRATEGIA IN STRATEGIA
Che sia o non sia realmente la sua squadra (oggi Paulo Sousa ha provato a chiarirlo ma, come spesso accade, non ci è riuscito), quella di domani contro l’Empoli per il tecnico della Fiorentina sarà una partita decisiva, così come del resto risulta esserlo sulla carta anche per la l’intera formazione viola. Con i tre punti contro gli azzurri (con i quali sono arrivati due pareggi negli ultimi confronti al Franchi) potrebbero aprirsi infatti scenari mai visti prima, visto e considerato che il calendario della 32a giornata domani mette a confronto da un lato l’Atalanta contro la Roma all’Olimpico e, alle 12:30, le due milanesi ad occhi a mandorla in un derby per la prima volta dal sapore d’oriente. Un’occasione d’oro da sfruttare a tutti i costi per la Fiorentina, che poi contro l’Inter una settimana dopo, sempre tra le mura amiche, potrebbero dare la svolta decisiva alla propria rincorsa europea.
Il match di domani contro l’Empoli però non sarà importante soltanto sotto l’aspetto della mera tattica (se prevarrà o meno il modulo a due punte al cospetto del 4-3-1-2 di Martusciello o se Tomovic riuscirà a sostituire degnamente l’infortunato capitan Gonzalo). In ballo infatti c’è molto di più, prima tra tutte la strategia comunicativa utilizzata da Paulo Sousa nei confronti di società, stampa ed ambiente nel corso delle ultime settimane. Da circa un mese a questa parte infatti, il portoghese - indossando in sala stampa i panni del novello Mourinho (ma per il momento con lo Special One condivide quasi soltanto la nazionalità) - ha scelto di chiudere se stesso ed il suo gruppo all’interno di un fortino emotivo, pungolando nell’orgoglio tutti i giocatori fino ad oggi finiti sul banco degli imputati e nel contempo annientando il dialogo con la stampa ed i mezzi di informazione, in alcune circostanze tacciati anche di poca onestà.
Logico pensare dunque che il match di domani pomeriggio rappresenti anche un banco di prova ulteriore per questa inconsueta tattica “extra campo” di Paulo Sousa, in grado fino ad oggi di viaggiare nel girone di ritorno ad una media di 1,8 punti a partita e di aver collezionato dodici punti nelle ultime sei uscite (è dal 2-1 di San Siro contro il Milan del 19 febbraio che la squadra non perde).