"AMARCORD", La Coppa Italia e 40.000 cuori viola
Che notte quella notte… Erano in 40.000 all’Artemio Franchi, spettatori di una partita virtuale che aveva visto la Fiorentina di Ranieri battere l’Atalanta per 2-0 e riportare un trofeo nazionale a Firenze dopo ben 21 anni d’assenza. Era il 18 maggio e la precedente vittoria (sempre in Coppa Italia) risaliva al 28 giugno del 1975, quando un gol del viareggino Rosi sanciva il successo viola per 3-2 nella finale dell’Olimpico di Roma contro il Milan. A Bergamo invece furono i gol di Lorenzo Amoruso al 48° e di Batistuta al 60° a regalare una serata di gioia sfrenata ai 10.000 tifosi gigliati presenti alla partita e all’immenso popolo viola rimasto a Firenze che, caso unico nella storia, dopo il fischio finale si riunì tenendosi idealmente per mano e attendendo festanti il ritorno degli undici eroi e di quell’oggetto del desiderio chiamato Coppa Italia. Qualcuno potrà sorridere… che sarà mai… è solo una Coppa Italia... E' vero, sembra niente se paragonata a scudetti e Coppe dei Campioni, ma era "tutto" per una città troppe volte oggetto d’ingiustizie e vessazioni (ed avevano da venire il fallimento e calciopoli) e da troppo tempo a digiuno di vittorie.
Fu un cammino trionfale quello dei viola: un edizione stradominata costellata di sole vittorie, asfaltando avversari come Ascoli, Lecce, Palermo, Inter (splendida semifinale con un Batistuta in condizioni irripetibili), ed in finale l’Atalanta guarda caso allenata da un tifoso viola d.o.c come Emiliano Mondonico. Fu di Batistuta anche il gol che decise la partita d’andata (1-0) a Firenze sotto una pioggia battente e poi il resto è storia. E’ leggenda invece (lo abbiamo detto) il ritorno della squadra a Firenze: sono circa le tre di notte, lo stadio è illuminato a giorno da qualche riflettore e da 80.000 occhi luccicanti, fra di loro sconosciuti ma accomunati dall’amore per quei colori che una volta tanto erano forieri di gioia e commozione. E accompagnati dalle note di Narciso Parigi, mentre i labari garrivano in preda ad una gradevole brezza notturna, dal sottopassaggio sbucarono ad uno ad uno i protagonisti di quell’impresa. Batistuta in tuta e cappellino con visiera, che abbracciava la coppa Iatlia accompagnato da un Vittorio ancora sintonizzato sulla nostra lunghezza d'onda. Toldo portato in trionfo che batteva impazzito di gioia le mani alle vetrate, Carnasciali, Padalino sommersi dai tifosi, Giancarlo Antognoni (allora direttore generale, come sempre in giacca e cravatta...inappauntabile). E allora l’orgasmo viola… potè finalmente liberarsi.