PAZZA VIOLA
L'appellativo, per questa volta, lo prendiamo in prestito proprio da casa Inter. Peraltro nel week-end in cui non sono nemmeno mancate le battute (sottolineiamo, battute) tra i due tecnici Montella e Mancini. "Una pazza Fiorentina" l'ha definita ADV lasciando lo stadio dopo il 4-3 sul Palermo. Una "Pazza Viola", verrebbe da pensare, persino in linea con la "pazza Inter" cantata a San Siro.
E in effetti a rileggere tra le pieghe della gara di ieri ti accorgi che la Fiorentina ha fatto e disfatto. Tutto da sola. Mettendo all'angolo il Palermo, così come del resto aveva fatto con il Parma, in lungo e in largo, e trovando soltanto dopo il primo tempo quello che pareva essere il gol decisivo. E invece, come al "Tardini", alcune ingenuità difensive hanno consentito al Palermo di rimettere in sesto una partita che sembrava già chiusa.
Lì è venuta fuori la qualità dei viola, e finalmente anche l'incisività di Cuadrado (non pienamente nelle vesti del giocatore ammirato fino allo scorso anno, ma comunque in ripresa) a dispetto dell'ulteriore regalo di Mazzoleni (altro arbitraggio pessimo) che ha tenuto aperto il risultato fino al fischio finale. Restano perciò tre punti importanti, raccolti con un pizzico di ansia di troppo, ma che riaprono un po' i conti in classifica.
Non risale, infine, il feeling tra Mario Gomez e il gol. Non ancora. Stavolta di mezzo c'è un gol annullato sul filo dei centimetri (mai che, almeno sotto questo profilo, qualcosa girasse nel verso giusto...), un'occasione sprecata sulla traversa di Borja Valero e il solito, triste, calo del tedesco nell'arco dei 90 minuti. Alla vigilia Montella si augurava un Gomez incazzato, ieri nel dopo partita il tecnico si è visto costretto a "chiedere di più". Anche perchè -a giudicare da umori e sospiri uditi al "Franchi" - sono sempre di più quelli semplicemente incazzati con il tedesco.