LA DIREZIONE DEL VENTO
La direzione del vento potrebbe essere cambiata. Ormai da quasi due mesi a questa parte la situazione legata al futuro del centrocampista viola Milan Badelj sta subendo una serie di scossoni emotivi a ripetizione che rendono difficili da orientare con certezza i suoi possibili prossimi movimenti. Come quando agisce lì nella metà campo gigliata - a proposito, si è notata subito la sua importanza nel momento in cui è tornato in campo col Napoli - anche stavolta il metronomo croato ha il pallone tra i suoi piedi. E la destinazione del prossimo passaggio la sa intercettare solo chi fa delle letture preventive il proprio stile di vita.
Da principio non sembravano esserci margini di manovra: alzi la mano chi la scorsa estate poteva immaginarsi che Badelj, arrivato a questo punto della stagione, avesse ancora le idee confuse sul da farsi. La scintilla, come per molti altri suoi compagni, è scattata dopo la scomparsa di Astori. Il croato ha raccolto, assieme a Pezzella (per diretta testimonianza di Pioli), il peso dell'eredità lasciata dall'Eterno Capitano viola. Autore dell'emozionante discorso di saluto a nome della squadra nel giorno dei suoi funerali in Santa Croce, Badelj ha raccolto anche la fascia e il peso di una responsabilità totalmente ridefinita dal 4 marzo in poi. Tutto ciò non può lasciare impassibili, e in unione ad una città che il croato ha sempre detto di amare potrebbe essere uno dei fattori per trovare un accordo sul suo rinnovo. Oltre ovviamente al suo conclamato ruolo di primo piano nelle dinamiche del club. È notizia di stamani che il dg Corvino stia provando il grande rilancio, per mantenere una delle maggiori risorse in rosa (e non solo a livello tecnico) ma soprattutto uno dei profili più insostituibili nell'attuale composizione della squadra a disposizione di mister Pioli. Nella pancia del Franchi, dopo il Napoli, il croato si sarebbe lasciato andare ad un "sì, rimango" a microfoni spenti. E Firenze spera.