FIORENTINA, Due facce della stessa medaglia
Giornata imprevedibile, quella infrasettimanale, ancor di più nella sua prima edizione. Finisce che le due corrazzate in vetta alla classifica (quelle che già in tanti arrivavano a definire in fuga) subiscano bruschi stop da Chievo e Bologna, e che la pretendente numero uno abbia i suoi affanni nel rincorrere la solita Udinese. Se i primissimi verdetti, arrivati dopo sole due gare, avevano rilanciato soprattutto Juve e Napoli, in soldoni, l'intero campionato è ancora ben lungi dal consegnare indicazioni. E favorite.
Nel mezzo c'è anche la Fiorentina. Da non esaltare, si diceva, per la vittoria contro un Bologna poco convincente (evidentemente lontano dalla squadra che ieri ha strappato il pari a Torino) e da non gettare per la sconfitta, in stile con l'ultima annata soprattutto in trasferta, di Udine. Ecco perchè, al di là del clima per Montolivo o dell'esordio del “Tanque”, la gara contro il Parma aveva grande valore. I viola, al novantesimo, ne escono gratificati da tre punti. E dal ritorno al gol di un certo Jovetic, una notizia già di per sé da ottime e giustificate speranze per il futuro.
Il secondo tempo, contro i ducali, ha fatto la differenza, ma soprattutto Jo-Jo e il tempismo di Cerci su un lampo di un Vargas ancora lontano dal top della condizione, hanno permesso ai viola di sciogliersi e, finalmente, giocare a calcio. Come dire che hanno deciso i singoli. Del resto, dopo 45 minuti di azioni estemporanee e tentativi dei singoli, poc'altro c'era da aspettarsi. Su Silva, giusto dirlo subito, il giudizio resta ovviamente sospeso fino a controprove. Ecco che, allora, al di là della vittoria, e degli episodi favorevoli ai viola, resta anche un gioco, quello della Fiorentina di Mihajlovic, difficile da scrutare persino al microscopio.
L'avvio di gara contro il Parma, esclusa l'occasione di Cerci, racconta di una squadra che a tratti dà la sensazione di non sapere a che santo votarsi. E allora, fra un lancio e l'altro, tanto vale affidarsi a un'invenzione dei talenti che, per fortuna, non sembrano mancare. All'orizzonte, però, c'è la trasferta di Napoli, con la squadra di Mazzarri reduce da una sconfitta in quel di Chievo. Per il momento in casa viola i tre punti regalano di nuovo un pizzico di serenità, a margine resterà la reazione di Cerci alla sostituzione, ma quell'organizzazione di gioco che in mezzo al campo servirebbe per fare calcio sembra continuare a mancare. A Napoli, bene saperlo, una viola come quella di stasera potrebbe non bastare.