FIORENTINA, Che deve (ancora) accadere? (C.d.A.)
Una lunga giornata, piena di domande, povera di certezze, ricca di fantasia. Sono gli strani giorni di metà settembre di una Fiorentina che dopo aver a lungo dibattuto sulle tematiche del mercato e della futura urbanistica della città si ritrova a fare i conti con le conseguenze non di un risultato ma di una sensazione, di una atmosfera talmente indecifrabile che alla fine ognuno l'ha interpretata a modo suo. Polemiche, attacchi, sfiducia, malumore, delusione le parole d’ordine circolate in società; non sempre supportate dai fatti, raramente confermate dalla maggioranza della tifoseria o della critica. Quale quindi il problema reale che tormenta i fratelli Della Valle? Sempre più difficile capirlo perché l’elementare interpretazione che riconduce alla Cittadella e alle risposte necessarie sul piano politico poteva giustificare uno scossone dato alle autorità ed alle loro decisioni, non alla squadra ed a tutta la tifoseria che si interroga su tre semplici lettere. C.d.a o consiglio d’amministrazione, condito da un ordine del giorno come cariche sociali, una sigla diventata improvvisamente criptica che in queste situazioni, senza far seguire chiarimenti, aggiunte o nuove specifiche non poteva che portare all’inevitabile proliferare di infinite, fantasiose e variegate ipotesi. Rileggiamole con il sorriso.
IPOTESI VARIOPINTE. Se di partenza nel prossimo c.d.a. diventato uno spauracchio, specchio di ogni ipotesi l’elemento più certo sarebbe rappresentato da un possibile nuovo ingresso in società, ecco che sull’identikit ed il ruolo i rumors si sprecano. Di partenza la mancanza di ogni indizio, conferma o voce ufficiale non ha fatto che aiutare i voli pindarici su ciò che poteva accadere e così i soliti ben informati snocciolano nomi e alternative. Si comincia con la nomina di Pantaleo Corvino presidente, in cima ad una piramide che avrebbe trovato in Guido Angelozzi (attuale ds del Lecce e grande amico di Corvino) il nuovo ds viola. Poi c’è il grande disoccupato del momento, Flavio Briatore fresco fuoriuscito di formula uno e smanioso di riciclarsi nel calcio italiano. Idea brillante almeno quanto una porta aperta sul nome di Luciano Moggi che di società ne ha gestite tante, in contemporanea, e forse non ha mai smesso. Possibile anche il riciclo della vecchia etichetta di Mr. X quando si cerca di pescare tra qualcuno dei dirigenti al lavoro nelle fabbriche dei Della Valle nelle Marche. Non potevano mancare però le ipotesi di nuovi acquirenti: sceicchi ed emiri di ogni paese, un paio di magnati americani, l’immancabile petroliere russo. E in Italia nessuno? Quasi perché con Preziosi e Zamparini troppo occupati è bene mettere gli occhi su Ernesto Bertarelli imprenditore italiano naturalizzato svizzero diventato celebre come armatore della barca ‘Alinghi’. Ma sempre in attesa di vedere qualche scafo trasportato in elicottero sopra la cupola del Duomo il colpo di scena è servito a due passi da casa. Addio Firenze, benvenuta Prato. Sì sul web si legge anche che cedendo la Fiorentina Della Valle sia pronto all’acquisto del Prato, già in festa per il progetto, e con l’amministrazione naturalmente pronta a fornire subito terreno ampio e fertile per la realizzazione della Cittadella. Non è abbastanza caldo per i colpi di testa o forse quello di Corvino sulla lana e la seta era un prezioso indizio che nessuno aveva carpito…