DELLA VALLE, Dovevamo vincere 3-0
Percentuali non se ne fanno, forse perché è meglio di no e il morale dopo il gol di Borowski è già abbastanza rasoterra, ma la speranza di potercela fare c’è. Motivi economici a parte, la Fiorentina sa bene che la qualificazione agli ottavi di Champions avrebbe un valore imparagonabile rispetto allo sbarco nei sedicesimi di finale Uefa (garantito con il terzo posto nel girone).
I Della Valle erano allo stadio e ieri, durante un incontro milanese poco calcistico, ma semmai modaiolo, sono tornati a parlare della Fiorentina e della possibilità di poter continuare il cammino fra le migliori sedici squadre d’Europa. Andrea Della Valle sembra sincero quando dice che «nulla è perduto, noi ci crediamo e non molleremo fino alla fine». C’è anche qualche lieve controindicazione in questo tipo di rincorsa ai limiti dell’eroismo matematico e al presidente viola non sfugge: «Purtroppo adesso non dipende più solo da noi. Dobbiamo vincere le prossime partite e sperare nei risultati delle altre squadre. Comunque, ripeto, ci crediamo e pensiamo di meritarci il passaggio agli ottavi di finale, nonostante qualche distrazione».
E IN QUESTA considerazione c’è un aspetto non secondario da valutare: l’analisi che Prandelli ha fatto ieri negli spogliatoi ha sottolineato che a livello di gioco e occasioni create la Fiorentina avrebbe meritato risultati migliori a Lione, Monaco e, ovviamente, anche mercoledì sera contro il Bayern a Firenze. Ma nel calcio ci sono categorie diverse, una squadra non può improvvisarsi al top senza l’esperienza e l’abitudine a sopportare lo stress nelle partite decisive. Ecco perché la Fiorentina, dopo essere passata in vantaggio ed essersi avvicinata a un meritato raddoppio, si è allungata offrendo al Bayern la possibilità di spalmarsi in contropiede. Alla resa dei conti resta la considerazione successiva di Andrea Della Valle: «Non abbiamo chiuso la partita quando eravamo sull’1-0 e così abbiamo pareggiato un match che dovevamo vincere 3-0».
DIEGO DELLA VALLE fa i complimenti alla squadra («Ha giocato una bella partita») e cerca di proiettare le ambizioni su un futuro meno prossimo: «Intanto la Champions vogliamo usarla come palestra per gli anni futuri e poi, comunque, daremo il massimo fino in fondo».
Nel frattempo bisogna pensare al campionato — domenica arriva l’Atalanta — e la Fiorentina aspetta notizie più precise sul conto di Adrian Mutu. Adrian sta già gestendo insieme ai medici viola l’infortunio al ginocchio sinistro (iperpressione rotulea) sottoponendosi ad un tipo di allenamento per potenziare la muscolatura: contro Siena e Bayern il comportamento in campo è stato buono. Ma ieri sera il comunicato della Fiorentina ha messo in evidenza un altro tipo di problema, un impaccio muscolare che allunga la lista dei malanni di Adrian: prima il gomito sinistro, poi il ginocchio, ora il problema al grande adduttore. A questo punto sembra scontata l’assenza di Mutu contro l’Atalanta, anche se la risposta definitiva arriverà solo oggi. Si scalda Jovetic, anche se c’è una teorica possibilità anche per Osvaldo, mentre dovrebbe essere il turno di Semioli sulla fascia destra. In questo caso la Fiorentina tornerebbe al più classico 4-3-3.