ADV, Montolivo resta, è un simbolo di Firenze
Prima il Palermo per difendere il quarto posto e restar in corsa per la Champions, poi i Glasgow Rangers per cercare di conquistare la finalissima Uefa. Giorni sempre più intensi per la Fiorentina. Con i tifosi che vanno a caccia di biglietti per la gara in Scozia (oltre 2500 al seguito di Mutu e compagni) e quella del ritorno a Firenze il 1º maggio (già venduti ad ora ben 9000 tagliandi).
E con i giocatori che inseguono un sogno: centrare l’accoppiata Champions-Coppa Uefa. «Ora dobbiamo pensare alla partita con il Palermo ma la sfida Uefa contro i Rangers per noi è fondamentale - ha detto Montolivo ieri sera ospite su Sport Italia - Alla competizione europea teniamo molto, sarebbe bello giocare la finale contro un amico come Toni e alla fine alzare il trofeo». Non solo: Montolivo (che domani sera centrerà il traguardo delle 100 presenze in maglia viola) ha fatto capire che il suo futuro sarà ancora a Firenze (non a caso il suo contratto scade nel 2012) e lo stesso Gamberini, altro giocatore corteggiato e seguito da molti club fra cui, si sussurra, pure il Milan, ha zittito ogni indiscrezione: «Non so nulla e comunque non mi interessa, io voglio restare a Firenze a vita», ha risposto il difensore a Violagol.
In linea con quanto ha ribadito più volte - e anche ieri sera - il presidente della Fiorentina Andrea Della Valle ospite anche lui a Sport Italia: nessuno se ne andrà. «Resteranno tutti, l’intenzione della società è confermare tutti. Montolivo? Assolutamente non si muove, per noi lui è un giocatore simbolo».
Ma non è il solo: fra i più applauditi e stimati di questa Fiorentina c’è anche Martin Jorgensen, fra i più duttili elementi a disposizione di Prandelli che più volte lo ha definito il giocatore perfetto per professionalità, serietà e saggezza. «Dobbiamo ancora faticare un po’ ma di sicuro faremo di tutto perché questo sia un anno indimenticabile - afferma il nazionale danese - Da qui alla fine dovremo cercare di avere lo stesso gioco e lo stesso atteggiamento avuti finora, se cambiassimo faremmo un grave errore».