PRANDELLI, De Rossi bravo a ricompattare la Roma

09.03.2024 12:45 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
PRANDELLI, De Rossi bravo a ricompattare la Roma
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Intervistato dal quotidiano Il Messaggero, l'ex allenatore di Roma e soprattutto Fiorentina Cesare Prandelli, ha parlato della sfida in programma domani sera al Franchi tra viola e giallorossi, soffermandosi soprattutto sul nuovo allenatore giallorosso Daniele De Rossi. Queste le sue parole: "Cosa mi ha colpito di Daniele? Il fatto che ha rispettato le caratteristiche dei calciatori, posizionandoli nei ruoli dove rendono meglio. Poi è chiaro, quando subentri devi aumentare l'autostima dello spogliatoio. Quando c'è un esonero, i calciatori vanno responsabilizzati. La bravura di Daniele è stata inoltre quella di ricompattare lo spirito di squadra, il senso di appartenenza: sei la Roma e devi sapere cosa rappresenti. Poi se vogliamo analizzare l'aspetto tattico, contro il Brighton ha fatto capire a molti che quando incontri una squadra e un allenatore importante che fanno del palleggio e del fraseggio il marchio di fabbrica, non devi fare un braccio di ferro ma trovare una soluzione diversa. Ed è quello che ha fatto, pressando molto alto e tutte le volte che ha recuperato la palla ha giocato al massimo a due tocchi per poi verticalizzare. Gara preparata in modo perfetto". 

Anche da calciatore era così meticoloso?
"Sì, scrupoloso e moderno. Era un costruttore di gioco e come tale vedeva il gioco a 360°. Si torna sempre al discorso di valorizzare le individualità. Probabilmente nella sua carriera, comunque importante, non è stato valorizzato come avrebbe potuto. Perché lui nasce mezzala, poi lo hanno trasformato in interditore, con compiti più di rottura del gioco avversario. E invece Daniele quando aveva la palla era anche un costruttore. E i costruttori ragionano, pensano. In Nazionale quando ho giocato a tre, lo posizionavo in mezzo ai due centrali perché ero convinto che avesse anche caratteristiche di costruzione".

De Zerbi lo ha definito un allenatore coraggioso. È d'accordo?
"Sicuramente. Quando affronti squadre collaudate, che giocano insieme da tempo, devi avere coraggio. Ma il coraggio parte dalle idee, se non le hai non vai lontano. E la Roma le idee le ha: sa imporre il proprio gioco ma allo stesso tempo adattarsi all'avversario. Ogni volta che la vedi giocare non è mai uguale a se stessa".

Spesso ci si fossilizza troppo sui numeri, sui moduli, quando la differenza la fanno (ancora) i calciatori.
"Ed è proprio qui la bravura di Daniele. Ormai si parla solo di sistemi, se difendi a tre, a quattro, disquisizioni inutili, il calcio è altro. Abbiamo perso la sostanza del problema che è la caratteristica dei calciatori. La Roma spesso è schierata con il 4-3-3 ma secondo lei Dybala gioca alto a destra? Paulo viene sfruttato per le sue qualità, l'altra sera ha disputato una delle partite più belle in assoluto degli ultimi anni. Veniva incontro al pallone, di prima non hai mai controllato il gioco ma faceva comunque ripartire l'azione e mandava in porta i compagni. E questo lo puoi fare se hai calciatori di questa qualità".

Seppur da fuori, ritiene che De Rossi abbia avuto un approccio diverso con lo spogliatoio?
"Da sempre ci sono due linee di pensiero. C'è chi pensa che un gruppo debba essere guidato da un leader, da un personaggio carismatico come Mourinho che come tecnico è indiscutibile. Devi però trovare delle persone che accettino questo tipo di gestione. Può anche accadere che questa conduzione sia accettata per un periodo e poi rigettata. Così, nel momento in cui arriva un allenatore diverso, come Daniele, sei più ricettivo. È inevitabile, non c'è cattiveria e non si può nemmeno fare un paragone dicendo che era tutto sbagliato prima ed è tutto azzeccato adesso. Nelle squadre come nella vita ci sono i momenti. E in questo Daniele è la persona giusta al posto giusto".