PRANDELLI, Ancora non abbiamo vinto niente

Dal nostro inviato all'Artemio Franchi
12.05.2009 14:44 di  Gianluca Losco   vedi letture
PRANDELLI, Ancora non abbiamo vinto niente
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Morini

Torna ad allenarsi oggi la Fiorentina, dopo la bella di vittoria di Catania che ha portato i viola a tre punti di vantaggio sul Genoa. Oggi nella sala stampa del Franchi si è presentato il mister dei gigliati, Cesare Prandelli: ecco le sue parole.

Perchè questa conferenza di martedì? "Volevo vedere la stampa, per farvi lavorare di più (ride, ndr). Vorrei concentrarmi su un concetto importante. Ormai conosco Firenze e ho l'impressione che la gente creda che abbiamo già raggiunto il nostro obbiettivo. Questa squadra in queste settimane, nonostante situazioni particolari, ha ribaltato ogni giudizio e per me questo è un problema. La squadra deve mantenere la giusta concentrazione e i tifosi devono capire che ancora non abbiamo ottenuto nulla e che domenica sarà una partita fondamentale. Spesso vengono dati troppi giudizi avventati ai giocatori".

Dà noia anche sentire i discorsi del terzo posto? "Siamo matematicamente quinti e quindi un obiettivo l'abbiamo raggiunto. Ma io non sono tranquillo perchè il calcio è imprevedibile; voglio mantenere la tensione alta e ricordare a tutti che ancora non abbiamo ottenuto nulla, ci vuole poco per rovinare una stagione. Ho detto in tempi non sospetti che questa è una città che si autodistrugge. Io non vorrei che questa onda diventasse ingestibile, quindi bisogna abbassare i toni".

C'è speranza di rifesteggiare uno scudetto, magari in tot anni? "Ieri ci sono questi festeggiamenti per il 40esimo dall'ultimo scudetto. Il mio sogno è quello di rimanere a Firenze e vincere, ma vincere vuol dire essere competitivi, non vincere per forza lo scudetto. Se poi riesci a mettere ogni anno qualche pezzettino giusto, penso che nel giro di qualche anno il mosaico possa essere completo. I sogni vanno fatti anche ad occhi aperti, questa è una città che ha bisogno di sognare".

Il gap con le grandi si è ridotto? "Le grandi sono comunque sempre grandi. Da un punto di vista della programmazione hanno delle entrate superiori alle nostre. Io sono convinto che i nostri giocatori hanno dei grandi margini di miglioramento, a volte basta davvero poco. Bisogna essere convinti di quello che stiamo facendo, io ho una proprietà straordinaria, senza i Della Valle sarebbe stato veramente difficile, hanno creato un clima stimolante ma sereno".

Il messaggio è rivolto anche ai giornalisti? "Naturalmente, chi scrive e parla è comunque dentro l'ambiente".

Su chi potrebbe ricadere negativamente la pressione? "L'ha detto Mourinho, che ha qualità eccezionali dal punto di vista della comunicazione: anche io sarei disposto a firmare altri cinque anni di contratto, ma non chiedetemi di vincere. Noi vogliamo far crescere i giovani, anche dal punto di vista culturale".

Sul momento della squadra: "In questo periodo senza Adrian abbiamo dovuto modificare lo sviluppo della fase offensiva. Quasi tutti i miei attaccanti hanno concluso la stagione con più di 10 gol. E' importante avere gli attaccanti, ma anche avere giocatori che hanno la predisposizione per attaccare".

Su Mutu: "Ci auguriamo che dopo il controllo Adrian possa avere il via libera per iniziare il recupero con la squadra. In questi anni ha dimostrato non solo di assumersi le responsabilità ma anche di stringere i denti, specialmente quest'anno. Comunque non può andare assolutamente in panchina a Genova, per dieci giorni deve ancora lavorare".

I numeri dicono che senza Mutu la Fiorentina è più competitiva: "L'errore è nell'importanza e nell'interpretazione che si danno ai numeri".

Sarà possibile vedere Jovetic, Mutu e Gilardino insieme in campo? "Devono accadere molte cose, il riferimento è le grandi squadre. Quanto proponi una squadra con tre attaccanti, due devono essere disponibili per la fase difensiva; è un problema di testa, di predisposizione e di voglia di correre".