INCUBO RIMANDATO
Tutta Firenze ha tirato un sospiro di sollievo quando ha letto con attenzione la lista dei convocati diramata dall’Atalanta. Perché quando Mauricio Pinilla incontra la Fiorentina c’è seriamente da preoccuparsi, visto che nel 50% dei casi, statistiche alla mano, il cileno va fisso in gol. Numeri pesanti che, per fortuna di Sousa e dei suoi ragazzi, domani saranno destinati a rimanere nel congelatore, in attesa magari della sfida di ritorno contro la formazione di Reja. Pinilla infatti in carriera ha affrontato otto volte la Fiorentina da avversario e in ben quattro occasioni è riuscito a trovare la via della rete, segnando tutte le volte gol pensanti ai fini del risultato finale: il cileno si è trasformato nella vera bestia nera dei gigliati nel marzo 2013, quando nel deserto di Is Arenas prima su rigore e poi con un colpo di testa freddò per due volte Viviano nel sabato pre-pasquale, condannando forse definitivamente i sogni di gloria Champions della prima Viola di Montella.
Il discorso si è ripetuto pochi mesi dopo alla 3a di campionato, quando Pinilla gelò al 90’ il Franchi (già scosso per il brutto infortunio di Mario Gomez) e negò ai viola il terzo successo consecutivo, e poi nel girone di ritorno, dove dagli undici metri il cileno fu arma sufficiente a stendere una delle più brutte Fiorentine degli ultimi anni. Ricordi (meglio forse dire incubi) ancora vivi nella mente dei tifosi viola, che domani avranno però un avversario in meno (di certo il più temibile) nel tentativo di restare aggrappati al primo posto in classifica. E pensare che Pinilla sarebbe potuto essere un calciatore della Fiorentina: l’anno era il 2010 (l’allora ds viola era Corvino) ed il cileno stava già incantando le big italiane con i suoi gol a grappoli nel campionato di Serie B a Grosseto. Lo scambio tra Mauricio e Babacar sembrava ormai cosa fatta ma alla fine non se ne fece di nulla, dato che Pinilla accettò la sfida di Palermo. Col quale pochi mesi dopo si sarebbe imposto 2-1 al Franchi grazie anche ad un suo assist per la rete iniziale di Ilicic: era solo il prologo della sua escalation anti-viola. Che almeno domani, però, resterà chiusa in un cassetto.