RIGANO', Firenze mi fa sentire importante e...
Tra i giocatori protagonisti della promozione dalla serie C2, che saranno domani allo stadio Franchi, Christian Riganò ha parlato di quella avventura al sito ufficiale della Fiorentina, ripercorrendo le tappe della carriera viola. “La prima partita la seguii in tribuna, dovevo scontare un turno di squalifica. Quando giocai vincemmo 5-2, ed entrare in campo e vedere più di 30mila persone per una partita di C2 è stato bellissimo, un impatto forte per me anche se avevo già segnato tanti gol in quella categoria. Non era facile arrivare in una piazza come Firenze ma sono stato accolto bene dai tifosi. Quando sono arrivato alla Fiorentina ho sentito che i tifosi cercavano qualcuno a cui aggrapparsi, e si sono aggrappati a me. Io ho sempre detto di essere un giocatore normale, invece mi hanno messo tra i grandi. Me lo dimostrano ancora oggi, i tifosi: mi hanno fatto sentire più importante di quello che ero. Le trattative per il mio trasferimento non furono così immediate, e non per una questione di soldi quanto di durata del contratto: alla fine mi presero per sfinimento. Tra l'altro ho sempre pensato che i Della Valle in serie C non ci sarebbero restati più di tanto e quando arrivai pensai che in pochi saremmo rimasti per la serie A. Invece ho giocato quattro stagioni in A".
Ricordi: "Degli anni in viola ho un bellissimo ricordo di Leo e Romeo (i magazzinieri, ndr), così come di Maria che lavorava in lavanderia. Hanno sempre fatto l’impossibile per renderci tutto più vivibile possibile”.
Sull'esonero di Vierchowood: "Mi è dispiaciuto tanto per lui; io dico sempre che per quanto un allenatore possa incidere in campo sono sempre i giocatori ad andarci. E ammetto che in quella stagione noi giocatori facemmo meno di quanto era nelle nostre possibilità. Non apposta naturalmente, ma facemmo meno".
Sulla vicinanza dei tifosi: "Firenze non ci ha mai lasciati soli e ricordo che quando eravamo in C2 le squadre avversarie dovevano cambiare stadio perché i tifosi viola erano 3-4 mila e non c’erano abbastanza posti. E comunque ci tengo a precisarlo: la C2 è stata bella perché è durata poco; se fosse durata 4, 5 anni, beh, sarebbe stata tutta un’altra storia".
Sulla festa per il 90esimo della Fiorentina: "Ho provato una grande emozione quando sono sceso in campo. Quando mi chiedono perché non vado allo stadio io rispondo che non posso farlo perché non riesco a stare fuori dal campo vedendo giocare gli altri. Mi piglia male e mi riconosco un po’ di presunzione in questo" risponde ridendo. Sull'incontro con Batistuta: "E' un simbolo di questa città, come molti altri. Quando l'ho incontrato mi sono emozionato perché da bambino lo vedevo sulle figurine. Parlandoci ho capito subito perché è stato un grande campione". Sul fallimento: "Non è stato giusto perché altre società hanno spalmato i debiti a vita, lo fanno tutt’ora. Certo, è stata la mia fortuna visto che senza quel fallimento oggi non sarei qua a parlare di Firenze, della Fiorentina, dei tifosi".