SOUSA, I CONCETTI SONO CHIARI TRA AMICHEVOLI DI TROPPO, GIOVANI CHE DEVONO SACRIFICARSI E LE SOLITE OMELETTE

30.07.2016 00:01 di  Luciana Magistrato   vedi letture
SOUSA, I CONCETTI SONO CHIARI TRA AMICHEVOLI DI TROPPO, GIOVANI CHE DEVONO SACRIFICARSI E LE SOLITE OMELETTE
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Morini

Sousa è stato chiaro: non aveva bisogno di questa amichevole voluta dal direttore e dalla società. Anzi, con un test importante con un'avversaria internazionale dopo appena 48 ore che segna anche il debutto davanti al pubblico di Firenze, questa amichevole per il tecnico  è un po' un intralcio, pur nel rispetto del Cesena e del suo tecnico (e della memoria di Edmeo Lugaresi). Per questo Sousa ha fatto giocare ragazzi che per età e valore, se non convinceranno ulteriormente il portoghese, cercano squadra in serie B e quindi avrebbero dovuto essere all'altezza del Cesena. 

Certo è che buttarli nella mischia tutti insieme e per qualcuno dopo appena due-tre allenamenti con gli altri alla fine non è una vetrina neanche per loro. Basti pensare a Mancini e Bagadur che fortunatamente hanno già trovato Perugia e Benevento disposti a puntare su di loro perché se le società avessero aspettato questo test per giudicarli difficilmente li avrebbero presi. Senza infierire sui tre centrocampisti titolari (Bangu, Diakhate e Salifu) del tutto spaesati, anche nella posizione da tenere. Ma come fargliene una colpa? Sousa comunque tiene considerazione, al di là della prestazione, la voglia di mettersi a disposizione, il sacrificio e l'umiltà nel lavorare (messaggio a Diakhate che lo scorso anno sprecò quest'occasione?).

E un altro tema che emerge chiaro è che Sousa su questi ragazzi, come su altri, non vuole esprimersi in chiave mercato. Tra i giovani ha fatto un'eccezione per Chiesa ma in quel reparto ha abbondanza e quindi un '97 (di talento come il figlio d'arte) può starci. Sugli altri non si espone, dipenderà dal mercato della società: inutile dichiarare di voler mandare via tutti se poi non arriva nessun rinforzo o elementi in grado di far fare il salto di qualità (fosse anche tra le seconde linee). È cauto insomma, Sousa, ed anche se dice di non essere triste né cupo, accusando la stampa di interpretare il suo stato d'animo, ecco che risponde che allenerà quelli che gli metterà a disposizione la società, insomma le omelette sono sempre lì che aspettano le uova. E forse proprio dalla gara con il Celta Vigo in poi (tournée austriaca compresa) Sousa inizierà a capire che omelette viene fuori e di quali e quante uova ha ancora bisogno.