ASSOMIGLIA ALLA FIORENTINA MA PER LEI NON SOFFRO

16.11.2017 00:00 di  Sonia Anichini   vedi letture
ASSOMIGLIA ALLA FIORENTINA MA PER LEI NON SOFFRO

Si sa che il calcio è uno degli argomenti più sentiti in Italia ma questo clima da catastrofe, dovuto alla mancata qualificazione ai mondiali dell’Italia, mi fa sorridere. Sarà che sono politicamente o meglio sportivamente scorretta perchè non spasimo per il colore azzurro e, visto quanto successo, mi viene da dire che chi è causa del suo mal pianga se stesso.

L’unico eroe del pallone che ho visto versare lacrime in diretta è Buffon ma non ho provato nessuna pena, soprattutto quando parla dei valori sociali, uno come lui che diede di miserabili a coloro che esultarono dopo la sconfitta della Juventus in Champions (il tifo è tifo e le rivalità sacrosante e lui, veterano del pallone, dovrebbe saperlo bene), salvo dimenticarsi la sua fotografia, con due baffetti da sparviero inquietanti, dove mostrava fieramente la sciarpa del Borussia Moenchengladbach quando la Fiorentina trovò i tedeschi in E.L. Per non parlare della storia delle scommesse… 

Nella miriade di parole che si sono sprecate in questi giorni, ho trovato però molte similitudini fra l’Italia e la Fiorentina entrambe da tempo a corto di risultati di prestigio. In primis il gioco, che è mancato e manca a tutte e due le squadre con i conseguenti brutti risultati: loro non andranno in Russia, noi navighiamo in un’anonima metà classifica. Gli azzurri sono tutti campioni, a differenza della Viola, ma messi in campo un po’ a caso (le scelte di Ventura hanno sicuramente gravato molto) e si sono palesate grandi difficoltà sia da parte dei più anziani che dei ragazzi. 

Fra i big non c’è stato nessuno che abbia assunto il ruolo di leader e abbia spronato il gruppo alla riscossa contro gli svedesi. Lo stesso problema si ritrova in casa nostra dove né Astori né Badelj riescono a guidare in campo la Fiorentina nei momenti di difficoltà. Speriamo rientri presto Thereau che pare poter avere i connotati giusti del “condottiero”. 

Dopo il tracollo della Nazionale, Ventura è stato esonerato solo ieri ed ho trovato di cattivo gusto che non si sia dimesso ma abbia aspettato di farsi cacciare. Chi lo ha cacciato però non ha nessuna intenzione di mollare la poltrona, nonostante sia stato lui, rappresentando la federazione, a scegliere il CT non si sa per quali esaltanti referenze. Il signor Tavecchio, presidente della FIGC resta con noi! Un direttore d’orchestra che nessuno ama, tranne Lotito forse, che stona continuamente con le sue uscite ma che nessuno può mandare via. Altra similitudine con Firenze, dove ormai c’è una frattura insanabile fra la proprietà, alcuni suoi dirigenti e una buona parte della tifoseria ma che, nonostante proclami di vendita, cori ostili e striscioni vari, non se ne vanno, non si vedono ma ci sono. Se il pesce puzza dalla testa, è chiaro che le sorti azzurre e viola meritano chiarezza soprattutto ai vertici. 

La Signora in viola