IL COMMENTO TECNICO: SOUSA NON RIESCE PIÙ AD INCIDERE. CRESCONO I DUBBI SULLA RICONFERMA

01.05.2016 00:30 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
IL COMMENTO TECNICO: SOUSA NON RIESCE PIÙ AD INCIDERE. CRESCONO I DUBBI SULLA RICONFERMA
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© foto di Federico Gaetano

Se un mese fa Andrea Della Valle era convinto di voler andare avanti assolutamente con Paulo Sousa e con questo gruppo di lavoro, oggi le sue certezze non sono più così granitiche.

E sono le partite come quella di ieri sera, pareggiata a fatica con il Chievo, che lo stanno facendo riflettere e forse ripensare. 

Dove porteranno queste riflessioni?

Sinceramente non lo so. Di sicuro Sousa è un allenatore che piace per la sua preparazione, l’intelligenza e la capacità di lavoro, ma è anche chiaro che il gioco che predilige e vuol far giocare alla Fiorentina, nel campionato italiano ha sicuramente forti limiti e molte controindicazioni.

E’ soprattutto questo che frena e fa pensare, un calo mentale e fisico è normale, non è normale pareggiare o perdere contro squadre come lo stesso Chievo di ieri sera o il Frosinone, il Verona, il Carpi o l’Udinese che in serata ha preso cinque gol in casa dal Torino. 

La Fiorentina è troppo prevedibile, a volte sembra una squadra molle, incapace di esprimere qualità caratteriali, quella grinta che in certe situazioni è fondamentale e deve contare quanto e più del gioco. 

Colpa dei sistemi di Sousa che non sembra un grande motivatore o di una squadra senza leader, con troppi giocatori tecnici e forse nessuno con le stimmati del condottiero? 

Oppure la responsabilità è di questo tipo di tiki taka riveduto e corretto che diventa centrale nella testa dei giocatori a discapito della corsa e dell’aggressività che nel calcio non possono mancare?

Interrogativi che possono essere risolti soltanto con una analisi profonda all’interno del gruppo di lavoro, anche fra i calciatori, prima che il presidente Mario Cognigni faccia la sua relazione e le sue proposte alla proprietà che prenderà poi le decisioni.

Di sicuro se resterà Sousa questo organico ha bisogno di ritocchi e cambiamenti importanti, la rosa ha mostrato dei limiti che sono stati mascherati nella prima parte della stagione da una eccezionale condizione atletica (la partenza anche troppo a razzo) e da un gioco innovativo che ha sorpreso tutti, salvo poi diventare un evidente limite quando la stanchezza fisica e lo stress mentale si sono impadroniti di questo gruppo.

Prima di prendere decisioni Della Valle vuole aspettare il matematico ingresso in Europa League che potrebbe arrivare anche oggi se il Milan dovesse perdere con il Frosinone e il Sassuolo non battesse il Verona. Comunque arriverà e sarà quinto posto. Con o senza preliminari lo sapremo solo la finale di coppa Italia. Il che vuol dire, facendo un bilancio, che questa stagione è peggiore della precedente. E’ vero che Montella aveva una squadra più forte e di maggior personalità (Cuadrado poi Salah, Savic, Aquilani, Pizarro, Joaquin, Neto e altri), ma la Fiorentina l’anno scorso ha sfiorato le finali di Europa League e di coppa Italia e in campionato ha chiuso quarta. Anche questi dati vanno analizzati e messi nel conto.

E se è vero che in estate il quinto posto l’avremmo firmato tutti, nel frattempo, però, con il triste pareggio col Chievo, la Fiorentina ha gettato via anche le ultime speranze di riagguantare l’Inter. Servivano nove punti in tre partite, invece sarà grassa se domenica prossima i viola riusciranno a battere il Palermo.

In attesa abbiamo rivisto la stessa squadra che cerca di fare possesso palla, ma il suo ritmo basso non fa più paura alle squadre che sanno difendersi come il Chievo. Anzi, le ripartenze hanno messo in difficoltà la viola e pensare che davanti i veneti avevano un nonnetto come Pellissier e un ufo come Italiano. In difesa ci sono ancora Gamberini e Gobbi, scarti viola di cinque anni fa. Eppure il Chievo ha finito meglio, il rischio del ko è stato concreto e stavolta Tatarusanu ha fatto benissimo in un paio di occasioni.

Sousa insiste con Tello, ma fosse per me non avrei dubbi: non è adatto al campionato italiano. I raddoppi di marcatura lo limitano. Ha messo pure Zarate che sta bene fisicamente, ma non è il massimo per questo gioco. Senza Ilicic non al meglio e Borja in mediana è mancata la qualità e l’estro negli ultimi metri. Berna in panchina la dice lunga sull’involuzione fisica del ragazzo. Mati ha fatto il suo solito gioco, ma Kone non è proprio in grado di giocare? E il lento Costa in gare come questo non poteva dare una mano a centrocampo tenendo Borja dietro la punta?

Domande quasi inutili. Siamo alla fine di una stagione che ci ha dato un’altra certezza: Sousa non è un allenatore capace di cambiare le partite in corsa. Ha un certo tipo di calcio in testa e un modulo 3-4-2-1 mobile, che difficilmente cambia. Anzi, quasi mai. Non fa mosse strategiche. O vinci in virtù del tuo gioco, perché sei più forte, tieni la partita in mano dall’inizio alla fine, o con il guardiolismo o il sousismo il modo di attaccare l’avversario non cambia mai. Cambiano gli interpreti, ma non i compiti. Per me nel calcio moderno questo è un grosso limite.

Comunque aspettiamo la decisioni di Adv. Certo, ricominciare un’altra volta con un allenatore nuovo vorrebbe dire perdere un altro anno nell’ambientamento. E forse passare anche attraverso una rivoluzione simile a quella del 2012 con un profondo rinnovamento della rosa.

Però, se resta Sousa mi sembra obbligatorio dargli fiducia, cedere i giocatori che per lui non sono funzionali e assecondarlo negli acquisti e nella tipologia dei calciatori che gli servono, altrimenti meglio il divorzio.

Se resta Sousa ci deve essere totale unità di intenti, non voglio minimamente pensare a un altro anno tra permusi e permali, separati in casa o quasi, come successo negli ultimi tre mesi. 

Certo, la società deve essere chiara e anche dura, quello che non è piaciuto (diverse cose) va messo tutto sul tavolo e sgombrato, servono risposte precise e chiare. Restare uniti solo perché c’è un contratto sarebbe il peggiore degli errori. Bisogna soltanto credere e poi difendere quello che si farà.