PROGETTO GIOVANI, MA LA CHIESA È AL CENTRO DEL VILLAGGIO?

Ha collaborato To.Lo.
20.02.2019 00:00 di  Lorenzo Di Benedetto  Twitter:    vedi letture
PROGETTO GIOVANI, MA LA CHIESA È AL CENTRO DEL VILLAGGIO?
FirenzeViola.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Oltre tre mesi all'inizio del mercato estivo, eppure il nome di Federico Chiesa resta al centro di mille voci, non esclusivamente legate ai rigori che si procura . "Resterà a Firenze o partirà? La qualificazione in Europa League cambierà qualcosa?". Sono queste le domande che i tifosi viola si cominciano a fare, ma oggi una risposta non c'è. Molto dipenderà dal pensiero della società e dalla disponibilità al sacrificio del club, almeno dal punto di vista dello stipendio, il tutto per provare a trattenere il gioiello sulle rive dell'Arno, ma è inevitabile pensare che gran parte della scelta in questione pesi direttamente sulle spalle del ragazzo

Quella in corso è la terza stagione da titolare del numero 25 in Serie A, con miglioramenti evidenti sia dal punto di vista delle prestazioni che da quello della mentalità e dell'esperienza, ma per forza di cose un giocatore con il suo talento prima o poi vorrà provare a vincere qualche trofeo e stando e a quanto filtra dal club difficilmente la Fiorentina potrà garantirgli questa posizione, almeno con una minima continuità. Una strada stretta, insomma, i cui confini sono dettati certamente dai soldi, ma anche delle ambizioni, e lungo la quale ancora non si registrano incontri per confrontarsi su come affrontare l'estate. 

Un aspetto in contraddizione con il progetto che la Fiorentina ha in testa e che sta attuando fin dal giorno del ritorno di Pantaleo Corvino. Perchè un programma basato principalmente sui giovani difficilmente si sposa con la partenza dei talenti più importanti. Sono ben lontani i tempi in cui Pradè e Macia facevano mercato con Giuseppe Rossi, Mario Gomez, Borja Valero e tutti gli altri, adesso l'obiettivo è quello di affidarsi alla cantera ed eventualmente acquistare prospetti potenzialmente validi per valorizzarli sia in Primavera che in Prima Squadra.

Un cane che morde la propria coda, perché se ogni volta che un anatroccolo diventa cigno (la vicenda Bernardeschi è una ferita ancora aperta) poi viene regolarmente ceduto, immaginare una crescita diventa esercizio sterile. Non sempre far quadrare i conti può bastare, tanto più nel calcio, perché a risentirne sono soprattutto le ambizioni e i sogni di una tifoseria alla quale sono state fornite dosi industriali di crudo realismo. Che il divario con le grandi sia incolmabile è un aspetto fin troppe volte ribadito, al pari degli insuperabili paletti imposti dall'autofinanziamento, ma se non dovessero arrivare strappi alle regole da qui alla prossima estate c'è il rischio concreto che a un progetto basato sui giovani, come quello di recente ribadito, non ci creda più nessuno.