MODULO DI TESTA
Il tempo di lasciare il freddo della Repubblica Ceca e la Fiorentina ha già ripreso il suo cammino. Prossima tappa la Sardegna, dove il Cagliari si presenta come un pessimo cliente per la squadra di Sousa. Perchè poi, al di là della vittoria necessaria per ipotecare il girone di Europa League, restano negli occhi i venti minuti di sofferenza al cospetto dei modesti cechi dello Slovan Liberec.
Un black out che, purtroppo, testimonia uno stato di salute non pienamente ritrovato. Tanto più se gli esperimenti del tecnico portoghese si sono fatti sempre più frenetici. Soltanto ricapitolare la sfilza di moduli fin qui interpretati dai viola, tanto per fare un esemio, diventa esercizio che necessita un pallottoliere. Inizialmente il 3-4-2-1 portato avanti con una certa testardaggine nonostante le critiche, poi la versione a due punte ovvero il 3-4-1-2 con il solo Borja a fare il trequartista e Baba-Kalinic davanti.
Infine le varianti mostrate a Liberec, a partire dal 4-3-1-2. La difesa a quattro, il centrocampo a tre e, nella ripresa, direttamente il 4-3-3 con un finale di partita nel quale, praticamente, a turno si alternavano in attacco un po' tutti (tranne Babacar e Kalinic). Tutti esperimenti che, tuttavia, non sembrano aver cambiato troppo l'atteggiamento compassato della Fiorentina. Che, per inciso, continua a muoversi con una lentezza preoccupante.
E allora, in mezzo a così tante lavagne tattiche, non resta che augurarsi che Sousa sappia soprattutto lavorare sulla testa dei suoi. Perchè moduli a parte è ancora sotto il profilo psicologico che questa Fiorentina lascia a desiderare, e dopo i riferimenti al coraggio e alla mancata voglia di osare è soprattutto l'allenatore che deve intervenire sulla psiche del suo gruppo. Restando sulla scia del risultato di Liberec, certo, ma ritrovando anche un filo di gioco.
Perchè da Cagliari a Bologna, passando per il Crotone che arriverà al Franchi mercoledì prossimo, amnesie come quelle concesse allo Slovan in Serie A rischiano di diventare veri e propri harakiri.