GASPERINI, Noi manifesto di meritocrazia. Modello Dea...

14.05.2024 19:32 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
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(ANSA) - ROMA, 14 MAG - "Questa per noi è la terza finale negli ultimi cinque anni, un risultato straordinario per un club di provincia come il nostro. Ma anche per Bergamo e i tifosi bergamaschi. E' un motivo d'orgoglio per noi, tanto quanto i risultati ottenuti negli ultimi anni che devono essere il manifesto che la meritocrazia possa, anzi debba, essere un principio da tutelare e proteggere sempre". Lo ha detto l'allenatore dell'Atalanta, Gian Piero Gasperini, in un breve discorso al Quirinale dove la sua squadra e la Juventus sono state ricevute dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in vista della finale di Coppa Italia. "La nostra speranza è che la finale di domani, cui seguirà quella di Europa League a Dublino, sia diversa dalle precedenti due - ha affermato ancora l'allenatore dei lombardi -. La certezza invece è che sarà una grande partita, in cui sia noi che la Juventus cercheremo di onorare il buon nome del calcio italiano". (ANSA).

In sala stampa ha poi risposto su quanto è replicabile e come il modello Gasperini da un suo eventuale successore:
"Non sarà facile ma sicuramente è replicabile: abbiamo dato fiducia e speranza a quelle società che non sono di primissima fascia, senza introiti così alti come altre squadre ma che magari con idee e capacità della società di rilanciarsi e di rifarne altrettanto forti. Questo è l'unico modo perché società con i nostri numeri possano essere competitive. Per questo è diventato molto importante andare in Champions, così come la capacità di realizzare cifre da reinvestire grazie alle cessioni. Hai però anche la necessità di sbagliare molto poco sul mercato o diventa difficile recuperare. Però abbiamo margini già per il prossimo anno, se raggiungeremo la Champions: oltre agli acquisti sono cresciuti molto prodotti del vivaio come Carnesecchi, Ruggeri e Scalvini, oppure Koopmeiners e Ederson o chi gioca davanti che raggiunge valori incredibili. Certo, è più difficile perché le risorse non le hai a prescindere ma te le devi creare. Se ci siamo arrivati, è giusto che nel calcio anche chi non ha certi numeri sogni e possa competere per certi traguardi".