PESSINA, Sul Franchi: "Ok abbattere aggiunte '50-'80"

Andrea Pessina, soprintendente alle Belle Arti di Firenze, ha parlato dello stadio Franchi alla Commissione Cultura e Sport del Comune di Firenze:
"I giornali hanno dissertato senza conoscere la verità, scritta nelle carte. Con il 55 bis è ritenuto di sollevare gli uffici periferici, come il nostro, dalla loro funzione abituale e far sì che certi temi fossero trattati al centro (Ministero, ndr). Io ho semplicemente inviato una relazione sulle cose che ritenevo importanti, e ho scoperto poi del decreto tramite i giornali, non dai funzionari. L'approvazione del progetto sullo stadio, e l'interpretazione del loro decreto, andrà posta all'attenzione della direzione generale. Le opinioni che riporto qui sono il mio punto di vista, magari non coincide con quello dei vertici ministeriali. Abbiamo sempre lavorato su interventi per il Franchi, in un'interlocuzione ufficiosa con la Fiorentina, interrotta a luglio quando si è prospettata l'approvazione del Decreto Semplificazioni, per cui pensavano si aprisse un'autostrada. Una sorta di tana libera tutti, ecco perché a fine agosto si è del tutto interrotta l'interlocuzione. Il senso però era di intervenire con maggiore libertà su un monumento sì tutelato, ma anche un luogo frequentato da grandi masse. Si veniva incontro anche ad adeguamenti vari come quello sismico, e quindi anche alle richieste della Soprintendenza. Loro invece hanno interpretato il decreto come possibilità di demolire completamente lo stadio, e me lo disse Joe Barone quando lo incontrai per caso. Mi disse che avrebbero mantenuto le scale elicoidali e la Torre di Maratona, ma ricostruendole dopo averle abbattute. Purtroppo parliamo linguaggi molto diversi. La proprietà viene da un paese che non ha stratificazione storica, e questo fa sì che abbiano un approccio diverso dal nostro. Questa è la premessa".
Quindi, si procede nel dettaglio dell'emendamento presente nel Decreto Semplificazioni: "Bisogna capire come valutare la sostenibilità economica, e questo l'abbiamo richiesto esplicitamente. Il discorso dello stadio va inserito in una dimensione di riqualificazione del quartiere, non si può chiedere di ricostruire uno stadio con 50mila metri di commerciale lì, alzandolo di 50 metri e coprendolo di fotovoltaici. Per edilizia residenziale è un punto molto pregiato, e sta subito sotto Fiesole. Non si può tener conto dell'impatto che avrebbe una costruzione del genere. Dal dicembre 2019 ripetiamo come un mantra: non lavorate per demolizioni, ma per addizioni. Manteniamo riconoscibile l'impianto dell'opera di Nervi, facciamo le aggiunte necessarie se non demolire se non dove serve, e facciamo sì che si vadano ad armonizzare ma che siano pure distinguibili. Si sbaglia a dire che la Soprintendenza sa solo dire no, perché si possono studiare inserimenti e autorizzazioni per ascensori e scale anti-incendio come fatto per Pitti. Del progetto originario faceva parte l'idea di chiudere gli spazi sotto le gradinate, che ad oggi sono invece residuali e degradati. In alcuni bellissimi disegni, li chiude, e negli anni '50 aveva presentato un progetto di realizzazione del secondo ordine di gradinate, così da aumentare la capienza. Parlando con l'ordinario di Roma di Scienza delle Costruzioni, che si è occupato del Flaminio, mi ha confermato che ci sarebbero persino i calcoli".
Quindi, la copertura: "Abbiamo già detto sì, molte volte: il punto non è cosa, ma come mi si chiede di realizzare. Con materiale leggero, coprendo ma mantenendo visibilmente, oppure, come nell'unico progetto presentato solo ufficiosamente, inscatolare tutto in una gabbia di vetro e realizzare una sorta di centro commerciale. Allo stesso tempo però non vediamo problemi nella realizzazione dell'impiantistica, bagni, nuove sedute, nel cercare nuovi spazi sotto terra. Pensare magari ad un corpo aggiunto da realizzare dietro alla Maratona, nella zona dei cosiddetti campini dato che è stato appena inaugurato il nuovo centro e quell'area avrà altra destinazione. Sono tante le soluzioni... Il problema più difficile è nell'avvicinamento delle curve. Chi siede sta ad una distanza dal campo inaccettabile e lo sappiamo, ma perché demolirle? Costruiamo due curve più interne e poi, sempre possibilmente con materiale leggero, pensiamo a coprire lo spazio tra le nuove e le precedenti. Per poter partire con le gare bisogna sapere cosa ospiterà il complesso: avrà solo destinazione commerciale, o ci saranno anche associazioni e spazi pubblici? Immaginatevi uno stadio però che venga coperta ma senza stravolgere, e nuovi spazi, oggi scanditi da travi e pilastri. Si può immaginare pure un livello intermedio, stile soppalco, dove ospitare palestre e ristoranti. Certo, se si chiedono 70mila metri di commerciale... Faccio una raccomandazione: ricordatevi che i lavori devono essere autorizzati, anche quelli di manutenzione straordinaria".
Quindi lo stato attuale della struttura: "I dati potevano essere letti in altro modo, perché altri studi specialistici non definiscono le strutture così pessime. Lo stadio non è in cattive condizioni, ha bisogno di manutenzione. Non mi risulta stia per crollare. Se si alzasse lo stadio di un piano potremmo inglobare strutture esistenti, ma sono questioni tecniche".
Risponde alle domande sui vincoli: "L'amministrazione comunale ha la stupenda occasione di fare qualcosa di estremamente bello, immaginare e ripensare un'eventuale cittadella dello sport, magari con una pedonalizzazione maggiore rispetto ad adesso. Deve decidere l'amministrazione comunale quante metrature commerciali siano ammissibili lì, perché significherebbe valutare anche aspetti, come il traffico. La Soprintendenza non può e non vuole sostituirsi all'amministrazione. Certe richieste della proprietà della Fiorentina, se non trovano spazio nello stadio e sotto, potrebbero magari trovare soddisfazioni in altre parti. I vincoli dicono semplicemente che per fare le cose ci vuole l'autorizzazione. Non si escludono sacrifici, penso ad ascensori e corpi tecnico-impiantistici: ci sarebbe possibilità di studiarne un inserimento all'interno dello stadio. Poi qualcuno potrà anche fare ricorso al TAR, e c'è chi lo spera: tra noi tecnici c'è la forte sensazione di incostituzionalità. Non è mai accaduto prima che il profitto di un privato sia preminente rispetto alla tutela di un bene culturali, è la prima volta nella storia della Costituzione. Quindi servirà trovare strade comuni: non è possibile evocare solo l'idea di una demolizione totale. Se l'unica strada deve essere questa è inutile, certi beni si modificano e non si cancellano. Non possiamo neanche andare in contrasto allo stile di Nervi... Ho sempre ribadito la disponibilità al confronto, ma non con privati, se c'è un concorso quello si fa. Il parere del Mibact non è vangelo, e le aggiunte di anni '50 e '80 si possono demolire, ma senza sostituirle con cose peggiori. Ciò che appartiene al progetto originario di Nervi invece non può essere abbattuto. Delle coperture avevamo iniziato a parlarne con la Fiorentina".
Quindi una chiusura sulle gru agli Uffizi: "Lì da 20 anni perché sono rimasti sempre e comunque aperti. Un conto è un cantiere in uno stadio vuoto, e anche questo va chiarito nei progetti sul Franchi. Non vogliamo che diventi una struttura abbandonata, ma è facile trovare in noi il capro espiatorio. Avremmo bocciato cose mai arrivate. Troppo facile così".
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