Kean, ultime ore di passione: dopo il 15 luglio Commisso non lo cederà. Il saldo del mercato viola fa ben sperare. Da Corvino un piccolo regalo

Ancora poche ore e l’allerta su Moise Kean potrà (leggermente) attenuarsi. Non è infatti scontato che, non appena terminerà il periodo attraverso il quale si può esercitare la sua clausola rescissoria, qualche altro club si presenterà dalla Fiorentina per provare a trattare il centravanti (magari tramite l’inserimento di contropartite tecniche) però è chiaro che non appena la società potrà idealmente rientrare in possesso del cartellino del classe 2000 la musica dovrebbe - in teoria - cambiare. Con il presidente Commisso che, eventualmente, farà in prima persona il prezzo del bomber (e il sentore è che non chiederà meno di 70 milioni di euro). Ma davvero mister Mediacom si siederebbe a un tavolo per valutare l’addio di Moise? Non è questa l’intenzione - lo ha dichiarato lui stesso - a patto che non sia l’ex Juventus in prima persona a chiedere la cessione.
Un contratto da record
Cosa che fino a questo momento non si è verificata ed è per questo che fa sempre meno paura la pioggia di milioni che l’Al Hilal di Inzaghi - l’unica squadra con un pizzico di appeal alle periferie del calcio mondiale - avrebbe promesso al giocatore e al suo entourage. Un’offerta per la verità solo accennata a voce e mai presentata a Kean in modo formale. Il tempo scorre, il weekend è appena iniziato (e storicamente nei fine settimana non accade granché) e i tifosi viola sperano. Visto che oltretutto il numero 20 cascherebbe in piedi da dopo il 15 luglio, dal momento che ad attenderlo c’è un contratto nuovo di zecca a 4 milioni di euro a stagione con la Fiorentina: cifra record nell’era Commisso (solo Ribery aveva guadagnato tanto).
Il saldo di mercato
A proposito di soldi: la Fiorentina ha registrato un attivo di 7 milioni di euro al termine della prima fase di questo mercato estivo. Il risultato è stato possibile grazie agli incassi derivanti da operazioni imbastite in passato: è il caso, ad esempio, dei pagamenti ricevuti dal Brentford per Kayode, dalla Juventus per Gonzalez e dal Fenerbahçe per Amrabat. Va comunque sottolineato un elemento importante: il saldo di mercato della stagione 2024/25 aveva fatto registrare un passivo da 40 milioni di euro. Un buco di bilancio? Assolutamente no, il tema è completamente diverso. Anche perché, nonostante questo dato, non sono mancate anche di recenti operazioni gestionali rilevanti. Tra queste spiccano i rinnovi di De Gea – che ha triplicato il suo stipendio – e di Comuzzo, per non parlare dei riscatti di Gosens, Fagioli e Gudmundsson e all’innesto di Fazzini.
L’ultima eredità di Corvino
Un plauso finale, ce lo concedano anche gli haters più incalliti del “direttoro”, va a Pantaleo Corvino che grazie a una delle ultime scoperte della sua seconda avventura a Firenze ha fruttato alla Fiorentina un piccolo bonus da giocarsi sul mercato: la rinuncia del club viola al 50% sulla rivendita di Toni Fruk del Rijeka ha infatti garantito alla società di Commisso 4,5 milioni di euro (i complimenti devono essere condivisi con l'attuale area tecnica, che - nell'ambito della cessione del giocatore nel 2023 - comunque aveva mantenuto questo accordo in essere sperando di monetizzare). E pensare che al croato era stato pure indirettamente dedicato uno striscione ironico in chiave mercato nel 2019 ("Bisogna Frukarsi!", invece di "frugarsi"). Tutto questo è accaduto, peraltro, nella settimana in cui Christian Norgaard è andato all’Arsenal, Kevin Diks al Borussia Mönchengladbach e la Juventus ha ripreso a trattare David Hancko per 30 milioni: per qualcuno tre scappati di casa dell’ultima Fiorentina di Pioli (e Corvino).
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