L'UNICA ECCEZIONE DI UNA FIORENTINA INTERNATIONAL
Una Fiorentina international come non si era mai vista. Una curiosità legata ai giocatori viola e alla partita di venerdì sera contro la Juventus che è sintomatica tra l'altro del periodo che sta vivendo il calcio nostrano. Nella formazione titolare che Vincenzo Montella ha deciso di schierare dal primo minuto, infatti, non vi era neanche un italiano, ma bensì 11 elementi di altrettante nazionalità. E se non fosse stato per l'ingresso di Alberto Aquilani al 33' del secondo tempo, la partita si sarebbe conclusa senza neanche un italiano tra le maglie viola scese in campo. A parte il centrocampista azzurro, infatti, i restanti due cambi del tecnico viola hanno visto protagonisti altri due stranieri (Kurtic e Babacar).
In totale, nella Fiorentina sono state rappresentate ben 10 nazioni differenti in soli 90 minuti: Brasile (Neto), Montenegro (Savic), Argentina (Gonzalo, Basanta), Spagna (Alonso, Borja Valero, Joaquin), Cile (Mati Fernandez, Pizarro), Colombia (Cuadrado), Germania (Gomez), Slovenia (Kurtic), Italia (Aquilani) e Senegal (Babacar). E se allarghiamo il discorso anche alla panchina gigliata, invece, con i giocatori che non sono scesi in campo le nazioni rappresentate diventano addirittura 16: Inghilterra (Richards), Romania (Tatarusanu), Egitto (Hegazy), Serbia (Tomovic), Croazia (Badelj), Perù (Vargas) più le già citate Germania e Slovenia con Marin e Ilicic. Complici gli infortuni e le conseguenti indisponibilità degli altri italiani presenti in rosa come Rossi, Pasqual, Bernardeschi e Lupatelli (Lezzerini convocato ma in tribuna), il solo Aquilani si è fatto dunque portavoce dell'Italia fra i 14 giocatori viola scesi sul terreno del Franchi (Lazzari non è stato utilizzato).
Un dato, quello dei tantissimi stranieri nell'organico della Fiorentina (presenti anche i vari Brillante, Octavio, El Hamdaoui, Iakovenko, tutti provenienti da oltreconfine), che fra l'altro è comune a molte altre società di Serie A, e che ben presto sarà obbligatoriamente costretto a prendere un'altra direzione. A partire dalla stagione 2015/2016, infatti, le squadre italiane dovranno adattarsi alle leggi che già oggi sono richieste dal protocollo Uefa. Ad esempio, oltre ad avere un massimo di 25 giocatori, ogni club dovrà tassativamente includere nella propria rosa della prima squadra quattro calciatori cresciuti in Italia più quattro giovani cresciuti nel vivaio della società stessa. Nuove norme utili per alleggerire i bilanci, certo, ma prima di tutto necessarie per cercare di salvaguardare il made in Italy.