VIERI, La prima scommessa è vinta
«Io non sono a caccia di rivincite. Conosco le mie qualità, devo solo allenarmi come ho fatto finora per cercare di giocare ogni partita. Perché è questo l’obiettivo di ogni calciatore, giocare sempre». In verità Christian Vieri di obiettivi e traguardi ne ha anche altri nonostante abbia 34 anni.
E nonostante sia reduce da infortuni gravi e stia disputando una stagione, con la Fiorentina, che vale più di mille sfide. Punta a tagliare presto il traguardo dei 200 gol in carriera (ad ora è a quota 197 dopo quello realizzato mercoledì sera al Napoli che ha regalato la quinta vittoria in campionato alla sua squadra mantenendola al terzo posto insieme alla Juve e imbattuta, unica formazione italiana, in A e in Europa) e soprattutto a vestire di nuovo la maglia della Nazionale con cui ha giocato in passato 49 partite segnando 23 gol e con la quale ha realizzato nel ’97 la rete n. 1.000 della storia azzurra. «Tornare in Nazionale è un mio obiettivo - ha ammesso Vieri - e so che dipende tutto da me. Sono venuto a Firenze per rimettermi in gioco. E se sto bene me la posso giocare con tutti quanti».
Il ruggito di un leone mai domo, deciso a vincere l’ennesima sfida in una stagione che a dispetto anche dello scetticismo che ha avvolto più volte la sua carriera e anche la sua vita, si sta rivelando oltre le aspettative. A conferma che sia l’esperto attaccante di casa a Prato (che punta a 15 reti stagionali) sia la stessa società viola, tramite il ds Pantaleo Corvino e il tecnico Cesare Prandelli, ci hanno visto giusto l’estate scorsa quando decisero di legarsi per cercare di affrontare nel migliore dei modi il dopo-Toni e un’annata ricca di impegni.
«Portare un campione come Vieri a Firenze è fare l’interesse di tutti noi - disse Corvino il giorno della presentazione, nel luglio scorso -.
Al nostro primo approccio gli ho detto: io mi sento come te, un cavallo di razza, abbiamo orgoglio e corriamo sempre per vincere, tu vorrai vincere la tua battaglia che forse sarà l’ultima. Ecco, la Fiorentina ti dà l’occasione di farlo». E Bobo l’ha colta al volo, senza pensarci su troppo, rinunciando persino a ingaggi più alti rispetto a quello propostogli dal club viola che è al di sotto del milione di euro da qui al prossimo giugno. «D’altronde chi mi conosce sa come sono fatto, sa che cosa ho dentro. Inoltre io conosco le mie qualità e quello che posso dare»: un concetto ripetuto spesso dal 34enne attaccante e che lui stesso ha ribadito l’altro ieri dopo il gol fatto al Napoli che ha sbrogliato una gara difficile e portato altri tre punti alla causa. Il tutto in coincidenza della prima partita giocata da titolare in maglia viola: nelle precedenti nove Vieri era sempre subentrato, mai schierato dal primo minuto, cosa che invece è accaduta sempre in Coppa Uefa.
Comunque sia Bobo, che attende di affrontare domani da ex la Lazio con cui vinse una Coppa delle Coppe, ha saputo ripagare la fiducia della società e di Prandelli dopo che questi gli ha imposto dieta ferrea e una preparazione dura e mirata. «La fatica è stata tanta - ha rivelato il giocatore - ma sapevo che sarei riuscito a dimostrare di stare bene e di essere ancora utile». I risultati d’altronde sono sotto gli occhi di tutti: ha già segnato 4 gol, tre in campionato (s’è sbloccato a settembre con l’Atalanta che è stata l’ultima squadra prima di venire a Firenze, poi contro il Siena e quindi mercoledì) e uno in Coppa Uefa una settimana fa, sul campo del Villarreal. Anche quella volta, come l’altro giorno, su assist di Mutu.
«Sono il più forte di tutti» gridò Bobo quella sera verso il preparatore atletico Venturati, uno di quelli che ha contribuito al suo rilancio.
Solo una battuta, precisò subito dopo l’attaccante, anche se i tifosi viola e i compagni di squadra iniziano a crederlo per davvero.