I 10 comandamenti per la Fiorentina: non pensare di aver già iniziato la rimonta e santificare ogni tanto la tua partita. Parma diventa decisiva per capire se il 5-1 sull’Udinese è tutta farina del suo sacco
Alla vigilia della partita di Parma abbiamo immaginato la Fiorentina raccolta in preghiera e abbiamo cercato di interpretare il ruolo, in versione calcistica, di Mosé sul Monte Sinai. Il dio del calcio ha ordinato i suoi dieci comandamenti: se la Fiorentina li rispetta, si salva. Se commette un solo peccato, rischia la retrocessione.
Primo comandamento: non pensare di aver iniziato la rimonta, hai mosso solo un piccolo passo verso l’inizio. Secondo comandamento: non tradire i tremila che arriveranno a Parma come hai fatto con i quattromila che erano arrivati a Reggio Emilia. Terzo comandamento: non cominciare a sentirti forte solo perché hai segnato cinque gol all’Udinese, ricorda che l’espulsione di Okoye ti ha aiutato non poco. Quarto comandamento: stai attenta al Parma che è fresco e riposato, tu dal 6 dicembre hai già giocato cinque partite compresa la Conference, loro solo due avendo saltato la recente trasferta di Napoli. Quinto comandamento: non sottovalutare il tuo prossimo avversario perché tu sei ultima, staccata dal resto della classifica, e non sei abituata a lottare per la salvezza, il Parma sì. Sesto comandamento: devi vincere, perché un pareggio ti lascerebbe sempre all’ultimo posto solitario. Settimo comandamento: non puoi assolutamente perdere, sarebbe un altro inizio della fine. Ottavo comandamento: se c’è un rigore, spiega ai tuoi ragazzi che stavolta non possono in alcun modo rifare il teatrino di Reggio Emilia. Nono comandamento: come dicono sempre tutti gli allenatori del pianeta, gioca partita per partita, non guardare la classifica ma il calendario sì: dopo Parma arrivano Cremonese, Lazio, Milan e Bologna. Non hai altro tempo da perdere. Decimo comandamento: ricordati ogni tanto di santificare la tua partita, quest’anno è successo solo una volta.
Il Tardini non sarà una chiesa, ma nessuno di questi comandamenti può essere trascurato dalla Fiorentina, che ora appare in buona salute. Ha ritrovato il sorriso, diciamo un sorrisetto, ma immaginatevi cosa sarebbe diventata questa trasferta senza la vittoria sull’Udinese. Okoye è stato d’aiuto, però la Fiorentina delle partite precedenti chissà se sarebbe riuscita a sfruttare quel vantaggio come invece è capitato. Questa è la ragione per cui Parma diventa il crocevia del campionato viola: bisogna capire cosa significa in realtà il 5-1 sui friulani. Tutto merito di Okoye? Tutto merito della Fiorentina? Cinquanta e cinquanta? Domande che se ne tirano dietro un’altra, assai più impegnativa: la Fiorentina ha davvero ripreso a credere in se stessa?
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