PRANDELLI, Compleanno amaro
Cinquanta anni e poca voglia di festeggiare. Colpa della sua squadra che sabato sera, a Bilbao, ha rimediato una figuraccia e non solo per il passivo vistoso (3-0) che rende amarissima e un tantino preoccupante la prima sconfitta del precampionato viola. A Cesare Prandelli molte cose non sono piaciute dell’amichevole poco amichevole contro l’Athletic: innanzitutto lo spirito e l’atteggiamento mostrati in campo e certificati da due espulsioni (Potenza e Mutu) che già a fine primo tempo hanno costretto a giocare in inferiorità numerica.
A rendere preoccupante la sconfitta ci sono poi il modo con cui la difesa ha incassato due dei tre gol e il fatto che per tutti i novanta minuti la squadra ha costruito davvero pochino. E sia chiaro, ha fatto capire il tecnico viola, la responsabilità non è certo tutta da addossare a Giampaolo Pazzini che pure è in ritardo di condizione.
Insomma, una figuraccia in piena regola, anche dal punto di vista dell’immagine, il tutto per giunta a pochi giorni dall’esordio in campionato (al Franchi arriverà domenica l’Empoli per un derby al solito sentitissimo) e a poche settimane dal debutto in Europa, in Coppa Uefa.
Siamo dunque al campanello d’allarme? Di certo Prandelli, in attesa della ripresa degli allenamenti prevista per domani dopo due giorni di riposo, non è parso contento. Anzi. Di qui la poca voglia di festeggiare il traguardo dei 50 anni.
«La partita era cominciata bene, c’erano tutti i presupposti perché fosse una bella gara, invece non è stato così ed è stato solo per colpa nostra - ha dichiarato l’allenatore - non siamo riusciti ad affrontarla in modo corretto. E questo non è beneaugurante in previsione della prossima partecipazione a una coppa europea dopo diversi anni. Ecco perché spirito e atteggiamento vanno rivisti e corretti».
Sabato sera, è vero, mancavano diversi giocatori quali Semioli (sofferente di lombosciatalgia, dovrebbe però recuperare per il derby con l’Empoli), Jorgensen, Vieri, Balzaretti oltre al neo acquisto Osvaldo, ma questo non può costituire un alibi.
«A Bilbao abbiamo creato poco - ha proseguito Prandelli - senza riuscire a sfruttare le caratteristiche di Pazzini che pure ha cercato di fare il suo. A ciò si aggiunga che abbiamo cambiato modulo e ci vuole un po’ di tempo per trovare il passo giusto, senza contare che abbiamo dovuto rinunciare per vari contrattempi ad alcuni nostri giocatori esterni».
Appunto Semioli e Jorgensen e a questi si aggiunga Santana che appare ristabilito ma che è tornato in campo solo sabato sera, giocando una ventina di minuti. Forse l’unica nota lieta della trasferta spagnola.
Nell’attesa il tecnico viola, mentre i tifosi rumoreggiano contrariati anche da una campagna acquisti che promette molto per il futuro ma ora presenta più rebus che certezze, continua ad aspettarsi un regalo dalla società: un altro rinforzo, un giocatore di fascia, possibilmente sinistra visto che il suo gioco prevede l’utilizzo di due attaccanti sostenuti da due esterni. «Non è corretto pretendere qualcosa e io non lo farò mai ma si sa cosa serve a questa squadra. Se arriverà io sarò felicissimo». Non a caso anche alla vigilia dell’amichevole di Bilbao Prandelli aveva ribadito che «se arriverà qualcuno da qui a fine mese sarà solo un elemento con caratteristiche di esterno». I nomi? Da tempo circolano i nomi di Di Natale, del peruviano del Psv Eindhoven Farfan, dello spagnolo dell’Espanyol Riera e del francese del Paris Saint Germain Rothen. Operazioni che però non sono facili. Ma quando si compiono i 50 anni, è giusto attendersi il regalo che si desidera.