PRADÈ, Ci siamo tolti un peso. Pezzella? Un leader
Il ds viola Daniele Pradè ha parlato in zona mista dopo il successo per 2-1 contro la Sampdoria: "Serviva solo vincere, con le mani, con un autogol... L'abbiamo fatto e siamo felici, ci siamo tolti questo grandissimo peso. La squadra è stata compatta e abbiamo creato tantissimo, infatti potevamo chiuderla prima. Uno step? Oggi l'Atalanta ha vinto a Roma, la Juve gioca in Champions, il Napoli è arrivato secondo l'anno scorso: insomma, il calendario non ci ha aiutato. La squadra sta trovando un'identità, abbiamo cambiato diciotto giocatori e siamo il club che in Europa ha messo in campo più giocatori nuovi dopo il mercato estivo. Serviva tempo, purtroppo ho sempre detto che sarebbe stata un'annata di transizione, senza ovviamente perdere la voglia di vincere le partita. Come fai ad essere al pari dell'Atalanta, che gioca insieme da tre anni? Ci dobbiamo arrivare con il lavoro. Quest'anno vedremo cosa migliorare e cosa no. Il successo di stasera era importantissimo per tutti, infatti parliamo così perché sarebbe stato più difficile farlo se non avessimo vinto.
Chi mi sta sorprendendo? I nuovi stanno facendo bene tutti, a parte chi è indietro fisicamente come Ghezzal e Pedro. Il brasiliano è un acquisto fatto per il futuro, anche oggi è entrato di nuovo Vlahovic: questo modulo ci dà compattezza ma permette anche di cambiare. Dalbert? Noi ci credevamo dall'inizio, ha delle caratteristiche giuste e non è al 100% sotto il profilo della continuità. Milan? Ci penso da domani mattina perché stasera mi voglio mangiare e bere ogni cosa per godermi la serata, perché domenica, lunedi e ieri non abbiamo chiuso occhio. Razzismo? Non c'è mondo migliore sotto questa forma che lo sport: io mi prendo il buono che è di noi, il resto lo lascio ai cretini. Tra noi c'è compattezza, non esiste distinzione tra nero, giallo, bianco. Pezzella? E' un leader, si era messo in discussione solo perché poteva trovare situazioni migliori della Fiorentina, ma noi non abbiamo mai pensato di cederlo. Ribery? Dà un senso di forza, appartenenza. E' un giocatore talmente internazionale che fa salire il tuo livello".