LIVORNO-FIORENTINA, Un po' di "amarcord"
Era il giorno della Befana del 1935, XIII dell’era Fascista si diceva allora. La Fiorentina era solamente al suo quarto campionato in serie A, ma era già una signora squadra, finirà terza alla fine del torneo, ed aveva già un signor Stadio, il "Berta", poi Comunale infine Franchi. Presidente era il Marchese Luigi Ridolfi, classe 1985, un mecenate come non ce ne sono ormai più. Allanatore era Guido Ara da Vercelli, allora terra di calcio di alto livello. Davanti al bravo portiere Amoretti una buona difesa e, in attacco, Viani II, uno degli attaccanti più prolifici della storia viola, l’Uruguagio (almeno allora si diceva così) Carlos Gringa e l’Ungherese Nekadoma. I Viola quel giorno erano di scena allo Stadio "Edda Ciano Mussolini", inaugurato un anno e mezzo prima ma terminato solo da pochi mesi, ospiti dell’Unione Sportiva Livorno, club più vecchio di 11 anni e, a quei tempi, assai più esperto e blasonato. Ma quella, come dicevamo, era una Fiorentina da zone alte della classifica; i labronici partirono a spron battuto ed al 25’ passarono in vantaggio con Arcari IV. I Viola ebbero una reazione veemente nella ripresa e, grazie alla rete dell’onesto centrocampista Scagliotti ed a un’autorete di Arcari IV, portarono a casa l’ultima vittoria in campionato della squadra della Dominante su quel campo costruito a 400 metri dal Mare.