BRESSAN A FV, PRANDELLI-IACHINI COME A VENEZIA NEL 2001. VI RACCONTO

02.04.2021 16:00 di Redazione FV Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Di Nardo
BRESSAN A FV, PRANDELLI-IACHINI COME A VENEZIA NEL 2001. VI RACCONTO
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Fuori Prandelli, torna Iachini: il salto da un allenatore all’altro riserva sempre delle incognite. Lo sa bene Mauro Bressan, ex-centrocampista della Fiorentina rimasto nel cuore dei tifosi viola per un gol da cineteca contro il Barcellona. L’avvicendamento Prandelli-Iachini non è però una vera e propria novità, visto che nell’ottobre 2001 proprio un giovane Iachini (affiancato da Alfredo Magni) subentrò a Prandelli sulla panchina del Venezia. In quel Venezia c’era proprio Bressan, che in esclusiva a FirenzeViola.it ci ha raccontato di quel cambio di guida, per poi parlarci anche della partita che inaugurerà lo Iachini-bis, il match di domani col Genoa: “Partiamo dal presupposto che quando si parla dell’annata di Venezia ci si riferisce ad un calcio diversissimo da quello di ora ma anche a due allenatori, Prandelli e Iachini, agli albori della loro carriera. Penso comunque che un allenatore, nonostante le varie esperienze e gli aggiornamenti richiesti dal mestiere, mantenga nel tempo il proprio carattere e anche nell’esperienza a Venezia ho rivisto alcune problematiche che Prandelli ha palesato  durante il suo ultimo periodo alla Fiorentina: in quell'annata perdemmo molte partite ed il clima era piuttosto teso, lui ebbe un momento di scoramento dovuto forse al troppo stress ed il suo addio diede la scossa all’ambiente. In questo ci ho visto qualche similitudine con le dimissioni di qualche settimana fa, anche se stavolta penso che la componente emotiva, legata soprattutto alla gestione delle nuove dinamiche di un calcio lontano dal "nostro", abbia giocato un ruolo maggiore. Quello che arrivò era uno Iachini alla primissima esperienza come allenatore, ma dai modi di porsi con i giocatori si capiva che sarebbe diventato un professionista; era un allenatore giovane ma già preparato, con delle caratteristiche specifiche, le stesse di ora e quelle che un presidente si aspetta quando lo ingaggia”.

Da ex-Genoa, un parere sulla squadra di Ballardini?
“Con Ballardini il Genoa ha dato una sterzata importante alla  stagione. Ballardini è stato straordinario in quello che a mio parere è il compito principale di un allenatore: ha toccato corde emotive giuste dei giocatori e li ha rimotivati psicologicamente.Questo è quello in cui un allenatore può fare la differenza”

Che partita si aspetta domani?
“Credo che quella di domani sia una sfida fondamentale, un pari potrebbe andar bene ad entrambe le squadre. Prevedo  una partita tattica e spigolosa. Visto anche il vantaggio in classifica, se vince il Genoa credo che possa considerarsi salvo; anche la Fiorentina con un successo chiuderebbe quasi definitivamente dal discorso salvezza. Non credo debbano comunque preoccuparsi della retrocessione, anche se due squadre che le seguono in classifica, Torino e Cagliari, hanno i giocatori per centrare un filotto di risultati utili".

Capitolo centrocampo: sia Iachini che Prandelli hanno faticato a trovare uno schieramento che esalti gli interpreti che hanno a disposizione. Quale crede sia il vestito migliore per la linea mediana viola?
“La Fiorentina per come era costruita mi piaceva. Presi singolarmente, anche a centrocampo, ci sono tanti buoni giocatori, evidentemente dovrei essere dentro la squadra per capire cosa non va. Da quello che ho visto posso dire che Amrabat ha le caratteristiche per essere un grande centrocampista, ma non può fare il regista. Pulgar ha tempi e geometrie per ricoprire quel ruolo, ma da quanto vedo sembra che al cileno manchino serenità e fiducia nei mezzi che ha. Bonaventura e Castrovilli sono giocatori importanti ma devono essere messi in un contesto che esalta le loro caratteristiche e non sono di facile collocazione”.

Proprio su Castrovilli: le recenti esclusioni in Nazionale possono ripercuotersi sul suo rendimento in viola? 
“L’annata non brillante di Castrovilli è dettata anche dalla stagione della Fiorentina. Per quanto riguarda il capitolo Nazionale, penso che l’esclusione di Castrovilli sia anche dovuta all’abbondanza che Mancini ha a centrocampo. Castrovilli è un giocatore con ottime doti ma non può fare tutto da solo, non è ancora un campione”.

Crede che il numero 10 possa arrivare a diventarlo? 
“Per diventarlo dovrebbe riuscire a caricarsi la squadra sulle spalle. Non conosco bene il ragazzo e non so se può avere questa forza in futuro, certo è che ancora non può vincere le partite da solo, in futuro vedremo…”