TEMPO DI SCELTE PER LA VOLATA FINALE

26.03.2013 00:00 di  Silvia Nanni   vedi letture
TEMPO DI SCELTE PER LA VOLATA FINALE

Nel lontano 1979 Adriano Pappalardo gridava a squarciagola “Ricominciamo….”
Il noto tormentone musicale, oggi, pare il perfetto grido di battaglia per Firenze.
Archiviata, con malcelata impazienza, l’ultima sosta della stagione, la Fiorentina si avvia a giocarsi il “tutto per tutto” in questi due mesi che separano dalla fine del campionato.
Per affrontare al meglio questo rush finale, occorre giocare bene le proprie carte e tirare fuori tutte le risorse, tutte le energie fisiche e mentali, di cui la squadra ancora dispone.
Montella, il napoletano che ha saputo far breccia nel cuore dei diffidenti ed esigenti fiorentini, ha il compito di ottimizzare al massimo quello che i suoi ragazzi possono offrire e scegliere quelli che possono determinare.
Mestiere che, almeno fino ad ora, ha dimostrato di fare discretamente bene.
Ljajic, ad oggi, rimane il suo indiscusso capolavoro.
Il Mister pare avere trovato la chiave di volta per sbloccare il complicato talento serbo.
Giunto a Firenze nel 2010 come il “Kakà dei Balcani”, non era mai riuscito a convincere chi lo ha allenato ma, soprattutto, i tifosi che non hanno mai lesinato critiche, mostrando una certa insofferenza nei suoi confronti.
Per molti è stato a lungo etichettato più un giocatore da calcetto: grande tecnica e piedini sopraffini, ma che nel campo grande palesava notevoli difficoltà nello scegliere la soluzione migliore. Il suo pessimo rapporto con la porta, poi, faceva di lui una presenza troppo spesso evanescente, inconcludente e, quindi, poco gradita.
Prandelli ne intravide le potenzialità, ma ne dosò l’impiego.
Con Mihajlovich il rapporto non fu mai particolarmente idilliaco. L’accusa di essere troppo dedito a cioccolato e playstation non permise a giocatore e allenatore di condividere qualcosa di più della lingua e del passaporto.
Incomprensioni e ruggini arrivate anche in Nazionale.

Adem e Sinisa si sono ritrovati giusto il tempo per separarsi burrascosamente: il gran rifiuto di cantare l’inno è costato al calciatore l’allontanamento a tempo indeterminato.
Con Delio Rossi le cose andarono ancora peggio. In una Fiorentina sull’orlo del baratro, ai due saltarono i nervi e si resero protagonisti dell’increscioso episodio che, ad uno costò il posto e all’altro, l’uscita dalla rosa.
Il popolo si divise sull’accaduto, ma il sospetto che il ragazzo – oltre allo scarso rendimento in campo - fosse anche irritante, irrispettoso e poco incline al sacrificio cominciò ad serpeggiare in città.
Nel ritiro precampionato il Mister, un po’ a sorpresa, ha deciso di puntare e di lavorare su di lui. A Moena ha scelto chi poteva salutare la curva - come Alessio Cerci - perché, evidentemente, irrecuperabile e chi, invece, meritava un’ulteriore opportunità.
Oggi Adem sembra essere cresciuto in campo e fuori.
Capolavoro…
Lo stesso, ora, il Mister dovrà cercare di fare con chi ha giocato poco e può, pertanto, rappresentare forze fresche da buttare in campo per lo scatto finale.
Mati Fernandez, per esempio, rimane un oggetto un po’ misterioso, un talento inespresso la cui carriera sembra essersi arenata.
Montella continua a crederci e della sua capacità di giudizio Firenze ha imparato a fidarsi.
E’ il momento della volata finale ma è, soprattutto, il momento delle scelte.
I margini di errore, oggi, son risicati perché il tempo per porvi rimedio è praticamente nullo.
Ci si gioca la stagione e ogni decisione, come ogni scelta, sarà determinante perché in grado di segnare il destino della Fiorentina.