GAZZETTA, L'errore di Jovic salva Allegri
Il pari striminzito della Juventus con la Fiorentina non grida vendetta: s’è già capito che questo campionato lo vincerà chi avrà più continuità, e che tre belle partite di fila non le giocherà forse nessuno. L’1-1 ci può stare. Se fosse stato un match di pugilato, l’arbitro avrebbe invitato uno dei due contendenti a non coprirsi il volto all’angolo, chiedendogli di boxare (invitandolo a superare il centrocampo). Paredes entra nella nuova realtà come un ciclone: staziona davanti all’area, in anticipo e distribuzione, poi diventa il più alto dei tre mediani per schermare Amrabat e dettare il pressing. Arretramento collettivo e ripartenza rapida, in diagonale: Di Maria lancia Locatelli, poi Cuadrado, cross in area, Kostic dà l’assist e Milik appoggia in rete.
L’inversione a U è un po’ merito della Fiorentina, ma fino a un certo punto. Se Allegri ha qualche guaio, non è che Italiano possa esaltarsi. C’è un’identità di gioco e i meccanismi sono ormai a memoria: la manovra si sviluppa sulle fasce, ma è irresistibile l’attrazione verso Amrabat, il centro di gravità permanente. Unico. Solo che il software ha qualche bug, tipo Maleh che impoverisce la mediana, Jovic mai visto davanti, e una certa ripetitività di soluzioni alle quali la Juve, protetta dalla cerniera respingente Bremer-Danilo, non fatica a opporsi. Ma la situazione cambia irreversibilmente. Sottil prende il sopravvento su Cuadrado versione terzino, Paredes diventa timido, Di Maria ha chiaramente problemi di tenuta e Locatelli d’identità. La cosa divertente è che, con il 60 per cento di possesso e quasi l’80 di supremazia territoriale, la Fiorentina segna su contropiede come la Juve: addirittura da respinta di Terracciano, con Di Maria che salta a vuoto e Sottil che innesca Kouame.