Dini: "Palladino? A Bergamo l'asticella si alza. Ecco cosa mi piace di Vanoli"
Giulio Dini, avvocato, ds e osservatore, è stato ospite di Radio FirenzeViola. Dini, reduce da un viaggio in Iran dove ha condotto e ultimato la trattativa che ha permesso ad Antonio Gagliardi (ex vice di Chivu al Parma) di diventare il vice del Ct dell'Iran Amir Ghaleonei, ha parlato così innanzitutto dell'arrivo di Raffaele Palladino sulla panchina dell'Atalanta, come sostituto di Ivan Juric: "Io non faccio parte dei revisionisti. Non ho vissuto una stagione del calcio che mi piace veder giocare con Palladino e trovato che alcune volte si sia cercato dei problemi, quando è partito a tre dietro oppure quando dopo il mercato di gennaio si è ostinato per un mese a non mettere un centrocampo a tre. Poi è un ragazzo vispo, aveva una squadra con due centrocampisti che ora mancano tanto come Cataldi e Adli. A Bergamo l'asticella si alza però. La piazza è scontenta e ci si aspetta molto da lui. Non credo che possa ripetere quanto messo in mostra a Firenze in termini di gioco".
E sul momento della Fiorentina: "C'è tanto lavoro da fare sul campo. Sono contento delle parole di Vanoli. In questi mesi eravamo disorientati. Sapevamo che mancava il centrocampista fisico, quello difensivo capace di aggredire l'avversario, preso atto il fatto di non avere un difensore veloce o degli esterni alti puri, però finalmente ci ha detto su cosa ha intenzione di lavorare, sulla condizione e sulla testa dei ragazzi che si sono sentiti come ha detto lui da Champions ma adesso devono avere fame. Mi è piaciuto il richiamo agli atteggiamenti. Quando si dice allo spogliatoio che i ragazzi fanno i bambini, smetterla di alzare le mani a gioco in corso per chiamare falli o altro, a me piace.
Qui poi c'è anche un problema di sconfinamento. L'anno scorso si diceva che la dirigenza aveva fatto capire a Palladino cosa pensava di alcune sue scelte, quest'anno invece la direzione sportiva si era esposta sulle scelte fatte, sul mercato e tutto, e quindi questo coinvolgimento ha un po' inibito i dirigenti. Poi però è vero che ci siamo rivolti a Pioli come garante, come uomo a cui non si poteva dire nulla. Invece ha disfatto questa squadra. Si è preso le colpe ma sul piano pratico non abbiamo visto niente".
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