MONTOLIVO, Quando il tempismo è tutto
Dopo un mercato "senza botti" appena concluso ecco spuntare le prime problematiche sul fronte dei rinnovi. Ma tutto questo era, almeno in parte, già prevedibile dai primi mesi di mercato. Inutile,infatti, nascondere o tentare di negare a più riprese che gli acquisti di D'Agostino prima e Boruc poi, siano stati semplici operazioni di rafforzamento. Qualcosa, ed è innegabile, in casa viola si è rotto e con il mercato chiuso il rischio di ritrovarsi da separati in casa è più che mai un problema di attualità.
Il capitano viola si ritrova così in una posizione scomoda, con un rinnovo possibile da una parte e la possibilità di prendere nuove strade dall' altra. Ma il problema non si ferma all' amletica questione del "to be or not to be", molto frequente nel mondo del pallone e assolutamente legittima, in particolar modo fa riflettere la tempistica della vicenda, e la domanda sorge spontanea: "Perchè ora? Non ci si poteva pensare prima?". Già, perchè il tempismo nel calcio è tutto, e Firenze, di questo, ne è più che mai consapevole, prima con Mutu e la subitramina alla vigilia del Bayern, prima ancora capitan Dainelli al Genoa e Gamberini bloccato in infermeria, e ora il rinnovo di capitan Montolivo, uomo simbolo del nuovo ciclo viola post Prandelli. Con il campionato alle porte e una squadra ancora in fase di rodaggio, il polverone mediatico scatenato dai rinnovi contrattuali rischia di spostare l' attenzione dal campo alle diatribe dialettiche tra società e procuratori, quanto mai deleterie per una squadra e una città, già orfane di Jovetic e Mutu e ancora in cerca di una propria fisionomia, sempre sull' orlo di una "crisi di nervi".