LA CERTEZZA DEL PRESENTE
Sabato sera, circa un'ora dopo la fine della gara con il Milan, Federico Chiesa ha rotto il silenzio. Era praticamente da due gare che nessuno dei calciatori aveva proferito parola al termine delle sfide con Sassuolo ed Empoli, una scelta chiaramente volta a tutelare un gruppo che stava perdendo terreno come poi è realmente avvenuto. Chi ha avuto modo di incrociare Federico domenica assicura che fosse imbufalito, scuro in volto, avvelenato dalla quinta sconfitta consecutiva.
Un gesto che confermare ulteriormente la crescita e le stesse doti da leader che Chiesa ha sviluppato in questo anno. Una stagione in cui i suoi passi in avanti sono stati quelli di un vero e proprio gigante, che praticamente in tutte le gare è sempre riuscito a rendere in modo diverso dagli altri, magari non incidendo in ogni partita, ma riuscendo a inventare sempre qualcosa in più, che fosse un tiro, un'accelerazione, un assist.
C'è da credergli, perciò, quando preferisce rimandare ad altri momenti riflessioni sul futuro. C'è da credere a un Chiesa pronto a trascinare i suoi compagni verso quei punti che possano significare il termine della stagione ancor prima della salvezza, un traguardo che nessuno avrebbe voluto tagliare a 90 minuti dalla fine e che invece oggi i viola devono inseguire. Ci sarà tempo per interrogarsi sul futuro di Chiesa, per il momento sapere che il suo presente - a Parma e contro il Genoa - è una gran bella sicurezza.