PAZZINI, Un talento da salvaguardare

22.10.2007 09:55 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Il Tirreno

Un gol e un assist per il compagno di reparto ed amico Mutu: poco piu’ di mezz’ora e la Fiorentina, complice lo straordinario repertorio di Pazzini, aveva praticamente schivato l’imboscata-Siena. L’istantanea della sua prodezza, controllo di petto, mezza girata sotto l’incrocio, hanno immediatamente, grazie alla parabola, fatto il giro del mondo: Pazzini, d’altronde, dopo la cessione al Bayern di Toni, incarna il mondo-viola.
 Ha recentemente rinnovato il suo contratto con la Fiorentina: non ha voglia di cambiare perché il futuro è rigorosamente dipinto di viola. Una squadra giovane, un allenatore valente, una presidenza senza problemi di soldi, intuitiva e generosa, un direttore sportivo a caccia continua di talenti, in ogni angolo del mondo.
 Scavalcata la Roma, la possibilità di centrare il piazzamento-Champions già il prossimo maggio, l’opportunità di giocare una Coppa Uefa da protagonista: cosa potrebbe auspicarsi Pazzini per la sua consacrazione? Le squadre di Prandelli, per tradizione, giocano a sostegno dei propri attaccanti: è accaduto ciò a Verona. Anche a Parma stesso copione, col tandem Adriano-Mutu e Prandelli in panchina, a divertirsi ed applaudire.
 Pazzini, a Firenze, è pronto a riscuotere: in molti gli hanno predetto che sarò lui, tra tre anni, ai prossimi Mondiale sudafricani, ad indossare la maglia di centravanti dell’Italia. Da Toni a Pazzini, dalla fortunata Coppa del Mondo tedesca alla difesa del titolo iridato: la Fiorentina ricorrerebbe ancora.


 L’esplosione a Bergamo, la felice intuizione di vestirlo di viola: Pazzini mostrava sin da ragazzino qualità importanti. Centravanti senza difetti, unico nel saper difendere la palla, nel girarsi e nel segnare. Predone dell’area piccola, devastante di rimessa, bravo in acrobazia. Un talento da salvaguardare. Ha la fortuna che la Fiorentina intera giochi al suo servizio: una squadra matura, fresca, che confeziona azioni su azioni, alla stregua di un Luna Park.
 Ha apposto il suo autografo sulla riapertura del restaurato Wembley: tre reti - ricorderete - una più bella dell’altra. Ha demolito quasi da solo il Siena, ha propiziato il raddoppio: unico e immarcabile. E’ Pazzini,: grazie alle sue prodezze il ricordo, pure struggente di Toni, è letteralmente evaporato.