MUTU, Sogno di vincere qualcosa con la Fiorentina
Variazioni Mutu. Prima soldi, donne, discoteche. Oggi famiglia, bambini, sacchetti della spesa. Via, che noia. «Chi l'ha detto che questa è noia? Al contrario, sono le vere gioie della vita». Una vita tutta in tv. Tra un po' basterà sintonizzarsi su Briliantul, il primo reality del campione romeno. In Romania lo trasmetterà KanalD.
Perché l'ha fatto, Adrian Mutu?
«Per quello che dicevo prima, per evitare il solito equivoco ».
Quale?
«Credere che la vita di un calciatore sia sempre donne, discoteche e soldi».
Questa era la sua vita?
«Forse, ma con tanti distinguo e troppi equivoci. Dei quali non ho più voglia di parlare».
Ripartiamo: non ci vorrà far credere che va a far la spesa?
«Ci vado, con mia moglie Consuelo. Ah, la cosa mi diverte moltissimo. Mi piace comprare sempre qualcosa di speciale, per me. Formaggi e yogurt in particolare».
Quanto costa un chilo di pane?
«A Firenze varia da un euro e novanta a due e venti».
Ora, tra campionato, nazionale e coppa Uefa non avrà molto tempo per andare al supermarket?
«E neppure al cinema, il venerdì. Un anno fa era un appuntamento inderogabile. Ma non ci si può lamentare. Al contrario, dobbiamo goderci questo momento il più a lungo possibile».
Fiorentina terza e imbattuta. Lei già 6 gol in campionato: vuol sorpassare Ibrahimovic?
«Ibra è un campione e un amico. Alla Juventus eravamo compagni di stanza, ci sentiamo un paio di volte a settimana».
Gli ha detto che sta per arrivare il sorpasso?
(Ride) «Diciamo che un pensiero ce lo posso anche fare. Comunque non importano i miei gol, ma le prestazioni e i risultati della Fiorentina. Se non hai alle spalle il gioco di una squadra, noi non serviamo a nulla: io, Ibra, Kakà, chiunque».
Sarete voi a giocarvi la classifica cannonieri?
«Aggiungerei anche Totti e Del Piero».
Parliamo dei tormenti di Adriano?
«Gli serve solo ritrovare un po' di fiducia, gli serve un allenatore che insista, che lo tenga in campo anche quando il gol non arriva. Con Adri abbiamo formato la coppia di attaccanti più prolifica nella storia del Parma.
Un giorno spero di poter giocare ancora con Adriano».
Pallone d'oro, edizione 2003: arrivò ventiduesimo, con Ronaldinho e Pippo Inzaghi. Venne votato dal giornalista della Moldavia...
«Ringrazio la Moldavia».
Un anno fa è stato il miglior giocatore del campionato di serie A: 16 gol, dieci assist. Come mai non l'hanno ricandidata?
(Sorride) «Chiedetelo ai vostri colleghi giornalisti. Sarà per un'altra volta. Magari dopo aver vinto qualcosa di importante con la Fiorentina, questo è il mio sogno professionale più grande ».
Prandelli, dopo la sfida con il Genoa, ha detto che «lei può dare sempre di più»...
«Prandelli ha sempre ragione e non è una battuta».
Ma lei è stanco?
«Io sono un animale».
Nel senso che non si stanca mai?
«Più o meno. Ho avuto un crollo dopo la partita con la Juve, sono andato in Nazionale, ci siamo allenati solo il giovedì, così mi sono ripreso. Ora sto bene».
Se riposasse con il Napoli?
«Sono decisioni che spettano al mister. Io mi sento carico, a Genova sono cresciuto nella ripresa. La sfida con il Napoli è un'altra gara di grande fascino. Mi piace moltissimo Lavezzi».
Quando lei lasciò la Juventus e arrivò alla Fiorentina, rischiò di finire in serie B. Paura?
«In serie B ci sarei finito anche a Torino, non avevo grandi alternative. Ha scelto il cuore, all'inizio volevo solo tornare ad allenarmi con Prandelli».
È lei o Hagi il miglior giocatore della storia del calcio romeno?
«Il migliore è stato Nicolae Dobrin, il mio maestro. È morto venerdì, cancro ai polmoni. Aveva 60 anni. La "virgola" non l'ha inventata Ronaldinho, ma Dobrin, trent'anni prima. Negli anni Settanta lo volevano tutti, anche il Real Madrid. Ma c'era il regime di Ceausescu, dalla Romania non usciva nessuno. Nicolae è nato a Calinesti, come me, è stato il mio primo allenatore. Mi diceva: "Hai un bel dribbling, ma devi usare di più la suola della scarpa". Mi mancherà tanto».
In certe vite non c'è spazio per la noia.