FIORENTINA, I cinque "derby" più sentiti

20.03.2009 10:30 di Redazione FV   vedi letture
Fonte: goal.com
FIORENTINA, I cinque "derby" più sentiti
FirenzeViola.it
Quando tira aria di derby i tifosi della Fiorentina sentono ribollire il sangue nelle vene. Perché il fiorentino, si sa, si sente superiore al tifoso di provincia e perdere un derby è inammissibile: diciamoci la verità, c’è tutto da perdere e nulla da guadagnare. Perché alla fine tutti i fiorentini conoscono qualcuno dell’altra parrocchia che trama nell’ombra un nuovo sfottò. 
 
Il tifoso viola magari nutre anche simpatia per le altre squadre toscane, ma il giorno del derby non lo ammetterà mai. Vecchie ruggini tra città un tempo nemiche, un’ironia che non aiuta a rinsaldare i rapporti di buon vicinato, l’angoscia del lunedì al lavoro. La Firenze calcistica, che il calcio (in costume) lo praticava già dal Rinascimento, vive i derby con un pizzico di apprensione, come un controllo dal dottore. E al Franchi tifa con una certa flemma, perché la partita in fondo è come tutte le altre. Dare poca importanza alla gara è già un modo di non dar troppa soddisfazione agli avversari.
 
In trasferta le cose cambiano. Ci si sposta in massa, ed è un tripudio di sciarpe, clacson, bandiere. Prima, quando impera l’ottimismo. Dopo, se le cose vanno come devono andare. La trasferta più sentita dell’anno resta comunque una, ed è fuori categoria. La trasferta dell’Olimpico contro la Juventus. Il coro recita pressappoco così: “La domenica a Torino in Cinquecento, io ci vado, di sicuro non mi pento… Perché? Perché? Due a uno, due a due, due a tre…” 
 
Eccovi quindi la nostra Top 5 (con presenza extra) dei derby "viola", il miglior modo per entrare in clima Fiorentina-Siena.
 
QUINTO - Fiorentina-Empoli
 
Una trasferta da fare in motorino, fermandosi in campagna a mangiare il panino col lampredotto tra le colline. Da sempre Fiorentina-Empoli è l’equivalente della scampagnata della domenica, della visita a casa dei parenti, della partita senza tensioni o rivalità di sorta da vivere in assoluta serenità, ma non senza un pizzico di ironia. Uno striscione dei tifosi viola in visita al Castellani recitava: “Ma lo stadio che l’avete preso all’Ikea?”. 
 
QUARTO - Fiorentina-Pisa
 
Un derby potenziale, di quelli davvero sentiti, radicati nella storia: celebre la battaglia del 1315 a Montecatini, vinta dai pisani. Come le battaglie anche i derby non si giocano che sporadicamente, e mancano ormai da parecchi anni le emozioni del derby con la Torre Pendente. L’ultimo derby di campionato risale a quindici anni fa, quando la Fiorentina era in serie B e imperversava un giovane virgulto di nome Batigol. L’ultimo precedente in realtà è del 2002: il Pisa tenne a battesimo al Franchi la neo-nata Florentia Viola dei fratelli Della Valle, battendola con un gol di Frati in una gara valida per la Coppa Italia di Serie C. In quell’occasione i tifosi nerazzurri esibirono un grande striscione con una croce per commemorare la “morte” dell’AC Fiorentina.
 
TERZO - Fiorentina-Livorno
 
In pochi anni il derby mediceo è decollato, diventato sempre più acceso. Quella che prima era solo cordiale simpatia tra Fiorenza e il suo porto sul Tirreno è diventata una crescente rivalità sportiva rinfocolata dalla politica. Si sa che i fiorentini non amano portarla negli stadi; i livornesi non sanno farne a meno e fanno dell’ironia la loro arma più tagliente: chi non apprezza le salaci battute del “Vernacoliere”? I punti d’incontro però non mancano: sia a Livorno che a Firenze vale il detto “meglio un morto in casa che un pisano all’uscio”. Calcisticamente i livornesi serbano un brutto ricordo di Osvaldo, lo spauracchio dei fiorentini era invece Lucarelli.
 
SECONDO - Fiorentina-Bologna
 
È tornato il derby dell’Appennino e non è una partita come le altre. Non solo perché in campo scendono due squadre di grande tradizione, detentrici di coppe e scudetti, ma perché le città si sfidano da sempre in tutti i campi, dall’eno-gastronomia allo spettacolo. Da una parte la Cupola del Brunelleschi e il Campanile di Giotto, dall’altra la Garisenda e la Torre degli Asinelli. Con il ritorno in A del Bologna sembrano già alle spalle le polemiche tra i Della Valle e Gazzoni-Frascara in merito alle telefonate di Calciopoli. Le tifoserie sono ormai rassegnate a non incrociarsi tanto spesso, e data l’interdizione alle trasferte si sono espresse reciproca solidarietà. Si cerca di rimarginare uno strappo gravissimo, legato al lancio da parte di alcuni teppisti fiorentini di una bottiglia incendiaria che causò gravi ustioni al giovane tifoso rossoblu Ivan Dell’Olio, il 18 giugno 1989. Una macchia indelebile sulla storia di questo derby, la cui ultima edizione si è disputata di lunedì, complice una pesante nevicata che ha reso impraticabile il Dall’Ara. 
 
PRIMO - Fiorentina-Siena
 
La partita che i senesi aspettano con impazienza per un’intera stagione è sentita molto anche a Firenze. Perché i rapporti economici tra le due città sono talmente stretti che si lavora gomito a gomito per tutto l’anno. Tra menu “geneticamente” modificati per irridere la fazione avversa, foto montaggi irriverenti, citazioni dantesche, quello tra la Culla del Rinascimento e la Città del Palio è un derby vissuto in punta di fioretto, innanzitutto come scontro di millenarie vestigia culturali. Che dire delle antiche battaglie tra i guelfi di Firenze e i ghibellini di Siena: celeberrima quella di Montaperti, risalente al 4 settembre 1260, in cui “l’Arbia si tinse di rosso”, e cioè del sangue dei fiorentini. Oggi rivivono in un evento sportivo e per un caso di omonimia il teatro è sempre il Franchi. La soddisfazione più grande per i viola fu espugnare Siena con doppietta di Toni nel 2005; ma i senesi ricorderanno più volentieri il clamoroso errore di Pazzini nella gara dell’anno scorso, poi decisa da un siluro su punizione di Maccarone. 
 
FUORI CATEGORIA - Fiorentina-Juventus
 
Non è un vero derby, termine quasi riduttivo: a Firenze è diventata la madre di tutte le partite. E non solo perché la Juventus è stata spesso la prima della classe e a Firenze piace misurarsi coi migliori. È proprio che i fiorentini la Juve non la possono vedere: è nel loro dna, è più forte di loro. “Meglio secondi che ladri” fu lo slogan coniato dopo il testa a testa del campionato 1981-82, vinto all’ultima giornata dalla Vecchia Signora. Polemiche a non finire, un’attesa spasmodica che comincia dalla domenica precedente ed esultanze senza alcuna inibizione nei confronti dei “gobbi”: Fiorentina-Juventus è l’essenza del calcio, una partita per cui vale la pena (come quest’anno) accorciare anche un po’ le ferie. I giocatori poi la sentono in modo particolare: chiedere a Stefano Borgonovo, che alla Juve ebbe l’onore e il merito di segnare con la maglia viola proprio al novantesimo minuto. Proprio a Torino contro la Juve i viola conquistarono il loro secondo scudetto e proprio il recente 2 a 3 in rimonta del 2 marzo 2008, con gol di Gobbi (che ironia anche nel nome), Papa Waigo e Osvaldo è considerata la partita più bella della gestione Prandelli.