E' IL GIORNO DI FIORENTINA-ROMA. AL FRANCHI SI GIOCA UNA BELLISSIMA PARTITA A SCACCHI
Una partita a scacchi necessita concentrazione e resistenza mentale. Ma qualsiasi sfida, in qualsiasi campo sportivo e non, ad altissimi livelli, può considerarsi un duello anche di stampo psicologico. Prandelli, in sala stampa, è stato chiaro, quella con la Roma non è una partita importante, è una gara "molto" importante, praticamente fondamentale. Per tanti motivi, checchè la classifica tutt'ora reciti Coppa Uefa. Tra questi proprio quello mentale. Perché sconfiggere la Roma significherebbe dimostrare, ancora una volta, che davvero in Italia al momento, di rivali alla portata della Fiorentina ce ne sono pochine. Escludendo Inter e, sulle ali degli ultimi due mesi, Lazio, nessuno può vantare il ruolino di marcia dei viola. Del resto proprio dopo la sconfitta con i nerazzurri hanno cominciato ad accelerare in modo impressionante. E allora sul campo potete stare certi che Prandelli e Spalletti si daranno grande battaglia, a suon di mosse. Perché in ballo c'è molto di più dei tre punti, c'è la consapevolezza, da parte gigliata, di voler continuare a sognare affermandosi, e la voglia di uscire vittoriosi, dall'altra, da una rivalità comunque sentita. Mosse che potranno rivelarsi decisive ma che, già sin da ora, preannunciano una gara scoppiettante, di quelle da gustare tutte d'un fiato. Fatte di ripartenze rapide e ficcanti, d'inserimenti e colpi di genio, di grinta, sudore e classe. Due difese tra le migliori con i colossi gigliati, Gamberini e Dainelli fortificati dalla domenica di ordinaria follia al Barbera, ad arginare un poker che fa paura. Perrotta centrale, ai suoi lati Taddei e Mancini, chiedere per informazioni a Pasqual e Ujfalusi che effetto fanno. Furbizia e giocolerìa brasiliana al servizio del fuoriclasse Totti. Uno capace di starsene a 18 gol nell'anno successivo al Mondiale, vinto.
Uno che a Genova, contro la Samp, ha realizzato un gol visto soltanto alla Playstation. Uno che, a prescindere dal personaggio, con il pallone sa far armonizzare l'universo. Non che i viola siano da meno. Liverani, serafico magistero della regia gigliata, che ricama insieme a quel Montolivo che è sempre più arcigno e guizzante. Con la costante preziosa collaborazione di un mediano rabbioso alla Pazienza, o alla Blasi. Comunque decida Prandelli, è quel che ci vuole. E tre stelle, le tre decadi. Il dieci del funambolo Mutu, il venti del chirurgico Jorgensen e il trenta dello straripante Toni. Un altro che del post-Mondiale, vinto, se ne sta facendo un baffo. Guardacaso appena sotto i 18 centri di Totti ci sono le sue 15 perle. Se Mexes può far finta di nulla è inevitabile immaginare i brividi che percoreranno Ferrari sulle discese ardite dei tre viola. Verò, sarà soprattutto una gara anche di nervi e di testa. Ma sul campo ci sarà di sicuro da divertirsi. In panchina chissà, ma là due buoni amici si faranno una silenziosa partita a scacchi. E per due ore non si faranno disturbare da niente e da nessuno, non c'è dubbio.