CORR. FIORENTINO, Dimissioni per salvare la dignità

23.03.2021 17:46 di Redazione FV Twitter:    vedi letture
CORR. FIORENTINO, Dimissioni per salvare la dignità
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© foto di Federico De Luca

Dimissioni per salvaguardare la dignità, così Ernesto Poesio nel suo pezzo per il Corriere Fiorentino definisce le dimissioni di Cesare Prandelli. Ecco alcuni stralci:

"Stanco, svuotato, talmente sopraffatto dal peso di un mondo viola senza fondamenta da dire basta. Perché c’è una dignità da difendere insieme a quanto costruito con questa città in passato. Niente più paraventi ora per la Fiorentina: il re, come si dice, è nudo. E trema pure di paura davanti a una corsa salvezza, oggi più che mai, per nulla scontata. Ma forse è giusto così. E le dimissioni di Prandelli hanno il sapore del sacrificio affinché tutti i nodi escano allo scoperto.

Non capirlo, raccontare un’altra storia, motivare questo terremoto con una presunta fragilità dell’uomo o con un eccesso di critica (che, oggettivamente, nei confronti del tecnico non c’è stato), sarebbe meschino e una mancanza di rispetto nei confronti di un allenatore che ha messo la sua credibilità in gioco per dare ancora il tempo alla società di rimediare ai propri errori e alle proprie storture. Ma poco o nulla nel frattempo è stato fatto. Anzi. Prandelli è diventato lo scudo dietro a cui trovare riparo, dai giocatori al club. Invece di proteggerlo e di «consentirgli di fare solo l’allenatore»(parole sue di qualche giorno fa), si è scelto di sovraesporlo con la squadra, con i media, con i tifosi, perfino sui social (che notoriamente non guardano in faccia a nessuno), quasi che i clic fossero più importanti dei risultati sul campo. Scelte sbagliate, dolorose per lui che si è trovato a subirle, che hanno colpito nel profondo l’allenatore così come la consapevolezza che il club si stava già muovendo su altre strade per la prossima stagione"

"Già, il prossimo allenatore. Che prima di accettare, Firenze magari ora ci penserà due volte. Perché le dimissioni di Prandelli colpiscono duramente l’immagine della società".