COMMISSO, McCormack risponde alle accuse

10.09.2022 10:00 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
COMMISSO, McCormack risponde alle accuse
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Chiamato in causa da Rocco Commisso nella conferenza stampa di quattro giorni fa, il giornalista Mike McCormack di ViolaNation.com sulle pagine del suo blog ha voluto rispondere alle accuse con un lungo articolo di cui qui proponiamo un estratto: "Commisso ha dichiarato che l’ho seguito in giro per New York e mi sono avvicinato alla sua abitazione per girare dei video. Ha poi affermato di averlo seguito al Gala di Serie A per lo stesso scopo […]. A maggio di quest’anno ho partecipato al Galà di Serie A al Metropolitan Museum of Art come ospite della Serie A: mi avevano chiesto di aiutarli a pubblicizzare l’apertura di un ufficio negli Stati Uniti. Alla conferenza stampa di martedì, il signor Commisso ha ridotto la mia presenza a tentativo di vedere se lui “fosse stato vivo o morto”. All’inizio ha affermato che l’avessi seguito a casa sua e filmato. In effetti, ho visto il signor Commisso fuori dal galà. Mentre aspettavamo di entrare al Met di New York, arrivò Commisso, salutò Joe Barone ed entrò. Da fan e giornalista, ho fotografato il breve momento in cui è stato fuori dal museo, così come durante il discorso pubblico del signor Commisso a cena".

"Successivamente, il Sig. Commisso ha affermato di avergli inviato una e-mail in cui sostenevo che Mario Tenerani e io eravamo amici, insinuando che qualsiasi associazione del genere con me avrebbe avuto conseguenze negative per lui e per altri giornalisti. Ho incontrato il signor Tenerani due volte, e solo brevemente: la prima quando stava intervistando i tifosi fuori dalla Red Bull Arena per l’International Champions Cup nel luglio 2019, e nel dicembre dello stesso anno nella sala stampa dello Stadio Artemio Franchi.

Fino a questa conferenza stampa, non avevo mai avuto una corrispondenza con il signor Tenerani, con il quale, martedì, mi sono scusato per il fatto che fosse stato falsamente coinvolto in questa storia". 

Poi la conclusione: "Sono sposato, ho quattro figli e una carriera che include la gestione di uffici in due città diverse. Non ho né il tempo né il desiderio di seguire il signor Commisso in giro per New York City o altrove, come ha raccontato. Non ho alcun interesse a erodere i suoi rapporti con il pubblico o con i media. Tuttavia, non gli permetterò di insultarmi impunemente, o di mentire sulle mie azioni e motivazioni in una stanza piena di giornalisti a 4.000 miglia di distanza da dove lavoro e senza che io stessi assistendo alla conferenza stampa. Spero che altri giornalisti a Firenze e in tutta Italia ora si rendano conto che non devono sopportare questo abuso ogni singola conferenza stampa. Potresti non ottenere mai rispetto, ma non accettare la mancanza di rispetto.

Quando incontrai per la prima volta il signor Commisso nel settembre 2019, mi chiese perché un americano dal cognome irlandese gli parlasse di calcio italiano nel suo ufficio. La mia risposta non è cambiata: amo questo club, i nostri tifosi e la città di Firenze. So che il club non è il gruppo di proprietà o la dirigenza, ma l’amore dei tifosi verso la società. Se il club venisse ceduto domani, continuerei a sostenere la maglia... Mi chiedo quanti altri al club possano dire lo stesso".

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